Nel mirino del pool ecologia l’impianto da tempo al centro di denunce e polemiche Perizia affidata a un biologo

Inchiesta mare pulito blitz per il depuratore

Cuma, all’esame della Procura il carteggio Regione-Hydrogest
24 luglio 2009
Fonte: Il Mattino

Tre mosse nell’inchiesta sul mare pulito. Tre tappe, in una vicenda giudiziaria che punta dritto a mettere a fuoco la gestione del depuratore di Cuma, struttura decisiva per la «tenuta» delle acque del litorale flegreo e domiziano. In poche ore, dunque, blitz in tre palazzi - Prefettura, Provincia e Regione - a caccia di documenti in grado di raccontare la storia dell’impianto di Cuma, dal suo funzionamento alla sua gestione attuale. Attorno allo stesso tavolo, i pm Lucia Esposito, Antonio D’Alessio, Pasquale Ucci, un pool di magistrati coordinato dal procuratore aggiunto Aldo De Chiara. Non ci sono indagati, è bene chiarirlo, né è possibile anticipare profili di responsabilità penale, ma sul tavolo degli inquirenti ci sono spunti da approfondire, che hanno spinto il nucleo di polizia tributaria della guardia di Finanza ad agire con massima riservatezza negli uffici napoletani. È da qui che parte l’inchiesta sul mare pulito, anche alla luce del primo screening investigativo: poco interesse ci sarebbe per il materiale acquisito in Prefettura e Provincia - enti che poco o nulla hanno a che vedere con l’attuale gestione del depuratore - mentre il focus dell’indagine sembra essere nei rapporti tra Palazzo Santa Lucia e Hydrogest, società che da qualche anno assicura il funzionamento dell’impianto cumano. S’indaga su appalti, regolamenti, denunce presentate in questi anni. Ma anche su perizie e consulenze legate al funzionamento della struttura di depurazione. Facile interpretare le mosse degli inquirenti, almeno fino a questo punto: accertare se sul funzionamento dell’impianto sono state sottolineate delle criticità nel corso degli ultimi anni; se le consulenze commissionate hanno raccontato tutto in materia di bonifica e riqualificazione, se c’erano punti non affrontati nel corso di atti ufficiali. Tanto che l’altro step dell’inchiesta riguarda la delega di una maxiperizia a un biologo, che dovrà stabilire quali sono gli standard di efficienza forniti finora dal depuratore di Cuma: una consulenza che potrebbe risultare decisiva. È questo l’atto del pm che potrebbe imprimere una svolta nelle indagini. Un’inchiesta che ripercorre la falsariga di altri fascicoli aperti in questi anni dalla sezione ecologia di Napoli: si parte da un dato puramente ambientale - come nel caso degli impianti di cdr durante l’emergenza rifiuti in Campania - per sostenere altre ipotesi d’accusa, dall’abuso d’ufficio al falso e alla truffa. Ultimo aspetto da mettere a fuoco - almeno a voler studiare le mosse della Procura - riguarda l’aspetto dei finanziamenti: quali sono i rapporti tra pubblica amministrazione (in questo caso la Regione) e Hydrogest? Quanto è stato investito in termini economici per la gestione del depuratore?

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