Litorale inquinato, l’appello di sindaci e operatori balneari
Mare inquinato, i comuni di Castelvolturno, Cellole, Mondragone e Sessa Aurunca potrebbero costituirsi parte civile, nei confronti dei centocinquanta comuni che sversano abusivamente, senza depurare, nelle acque del litorale domizio. Il tutto, dando mandato all’amministrativista Ciro Centore di redigere una denuncia da inoltrare alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di quanti si siano resi responsabili dello stato di salute in cui versa il mare dell’unica fascia costiera casertana. Questo è quanto è emerso nell’incontro di ieri sera, organizzato dalla sezione provinciale del Sindacato italiano balneari, diretta da Marcello Giocondo, presso il lido «Cristal» al confine tra Castelvolturno e Mondragone. Presenti i sindaci di Cellole e Mondragone, Antonio Lepore e Achille Cennami, Franco Petrella e Daniela Nugnes, rispettivamente rappresentanti dell’Udc e del Pdl per il comune di Mondragone, gli assessori comunali di Castelvolturno Rocco Russo e Antimo Traettino, l’ex sindaco di Castelvolturno Antonio Scalzone, il rappresentante legale della Hydrogest, società che gestisce i depuratori dei Regi Lagni, Fusco. Ma non solo. In prima fila, anche il neopresidente dell’Ascom-Confcommercio Mario D’Anna, accompagnato dai vicepresidenti Renato Lamberti e Francesco Chianese, da alcuni referenti di settore tra cui Umberto Garbo (bar), Antonio Cuccaro (mobili), Ugo Pisani (alberghi), Andrea Letizia (agenzie di viaggi) e Domenico Spena (abbigliamento), anche presidente della Pro loco di Baia Domizia. A far sentire la loro voce, soprattutto, una settantina di gestori di stabilimenti balneari, dislocati su tutta la fascia costiera che da tempo, a causa del mare «malato» chiedono l’abbassamento dei canoni demaniali. «Purtroppo, a causa della mancata funzionalità della struttura, - spiega Marcello Giocondo, presidente provinciale del Sib e padrone di casa del vertice di ieri sera - la maggior parte dei comuni della Campania sono costretti a scaricare abusivamente le acque, senza depurare, nel nostro mare. Questa volta, nessuno ci fermerà: siamo pronti a occupare la Domiziana perché le nostre imprese stanno fallendo».