Rifiuti, 78 siti da bonificare in provincia
Prima un giro in elicottero, poi una riunione fiume in prefettura con una fitta serie di audizioni. La tappa casertana della commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti ha segnalato almeno due forti criticità: la longa manus dei clan si starebbe spostando dal business del trasporto e dello smaltimento a quello della bonifica dei siti inquinati; la tempistica per l’allestimento degli impianti va troppo a rilento. E questo non è un bene perché - chiarisce il presidente della commissione, Gaetano Pecorella (Pdl) «le discariche non costituiscono la soluzione definitiva del problema. Ce lo ha detto a chiare lettere l’Ue. E su questo non ci sono margini di trattativa». Le bonifiche. Secondo la relazione presentata dal commissario della Provincia di Caserta, prefetto Biagio Giliberti, sono 78 i siti da destinare a risanamento e messa in sicurezza. Domande: ci sono i fondi per intervenire e chi coordinerà le operazioni visto che il commissario di governo Massimo Menegozzo lo scorso 30 giugno ha terminato il mandato? Ma, ed è questo l’aspetto più inquietante, i clan camorristici sarebbero pronti a inserirsi proprio nel business della bonifica attraverso imprese apparentemente pulite o intervenendo in subappalto. Un aspetto quest’ultimo su cui l’attenzione della magistratura (ieri sono stati ascoltati il procuratore capo di Santa Maria Corrado Lembo, il procuratore aggiunto Paolo Albano e il sostituto procuratore Donato Ceglie) è particolarmente alta. Gli impianti. Altro punto dolente: la ricognizione aerea eseguita ieri dai commissari ha messo in evidenza una distesa enorme di veleni a cavallo di due province, Napoli e Caserta: Taverna del Re, parco Saurino, Ferrandelle, Villa Literno. Milioni di ecoballe, migliaia di tonnellate di rifiuti. «Un disastro - ha detto Pecorella - e la domanda che noi tutti ci poniamo è come tutto questo sia potuto accadere». L’impiantistica è ancora al palo, «e senza impianti - ragionano Stefano Graziano (Pd) e Gennaro Coronella (Pdl), componenti casertani della Bicamerale - è difficile immaginare di essere autonomi nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti». Ecco perché si ricomincia a parlare di possibile proroga del regime commissariale, fino a oltre il 31 dicembre 2009, anche se ieri lo stesso sottosegretario Bertolaso è stato categorico: nessuna deroga. Veleni. Il capitolo più inquietante è ancora tutto da scrivere. Da brividi i dati forniti dall’Asl sull’inquinamento, sull’allarme diossina, sullo sfregio dell’ecosistema. Ma ci potrebbe essere di peggio se le tracce su cui sta lavorando la magistratura avessero conferme: scorie liquide smaltite nel terreno o disperse nel Volturno; imprese esecutrici di finti smaltimenti con la copertura connivente di funzionari pubblici.