L’impresa per la raccolta reclama sei milioni Servizio a singhiozzo e discariche a cielo aperto

Rifiuti, appalto stop: è emergenza

Maddaloni, ente pubblico moroso. Si va verso il divorzio Comune-Jacta
15 luglio 2009 - Giuseppe Miretto
Fonte: Il Mattino Caserta

A Maddaloni ritorna, tra l’incredulità collettiva, l’emergenza rifiuti. Ma questa volta la crisi grave della raccolta è tutta figlia del complicato conflitto, finanziario e contrattuale, in corso tra il Comune e il gestore Jacta-Jacorossi. Di contenzioso in contenzioso, in un crescendo senza fine, si è arrivati alla rimozione a singhiozzo (per aree e a giorni alterni) in tutte le periferie e lungo le principali strade non servite dal servizio porta a porta. Risultato: cumuli giganteschi occupano le poche piazzole di smaltimento rimaste ancora attive nelle strade periferiche. Sospesa sia la manutenzione sia la rimozione dei cassonetti; dimezzati i punti di recapito; cancellata la vigilanza sanitaria nelle periferie. A giorni alterni, una marea di rifiuti sono temporaneamente stoccati nelle uniche aree di accumulo attive: via Serao, via Caudina, via Napoli. E tornano, rese insopportabili dall’esplosione delle temperature, le mini-discariche urbane. Sullo sfondo c’è un buco di circa otto milioni di euro collegato alla gestione dei servizi di igiene urbana. Di certo, sono sei i milioni reclamati dalla Jacta, quali compensi non versati dal Comune di Maddaloni. E poiché i debiti sono fuori controllo, i servizi di raccolta, differenziazione e smaltimento sono stati ridotti al minimo. Di più, la Jacta-Jacorossi ha messo il Comune di Maddaloni, moroso e inadempiente, al minimo contrattuale. Garantito uno standard di igiene urbana accettabile nelle zone residenziali, giusto per non incorrere nel commissariamento temporaneo dei servizi (come già ordinato, lo scorso novembre, dalla struttura operativa della Presidenza del Consiglio dei ministri). Di fatto, l’intero appalto è praticamente sospeso. C’è la chiusura pomeridiana delle isole ecologiche, la limitazione della raccolta porta a porta al solo centro storico, la sospensione di tutti i servizi straordinari, della vigilanza sanitaria delle periferie, della manutenzione dei cassonetti e cancellati pure tutti i turni pomeridiani del personale. C’è un clima di scontro. «Questa ennesima riduzione dei servizi – spiega l’assessore Clemente Gorgoglio - danneggia la città, già avvilita da una gestione Nu largamente sottodimensionata». Il Comune ha archiviato la fase delle «contestazioni per servizio carente e difforme rispetto al capitolato d’appalto». Ufficialmente, e per la prima volta, si parla di rescissione concordata del contratto. In cifre, il divorzio consensuale vale sette milioni di euro all’anno. «Invece – rivela l’assessore Gorgoglio - di impantanarsi in un’azione legale, il Comune di Maddaloni ha intrapreso un’iniziativa extragiudiziale per lo scioglimento ragionato del rapporto contrattuale». Dietro le quinte, fervono le trattative: si è insediato un tavolo tecnico per raggiungere un accordo tra le parti. È vivissimo il ricordo delle conseguenze drammatiche, per il Comune, causate dalla risoluzione anticipata dei contratti prima con la società Egizio&Romano (inizio anni ’90) e poi con la Risan. «L’unica parte lesa – commenta Antonio Cuomo, presidente del Comitato cittadino per la vivibilità - sono gli utenti. Sono ancora costretti a convivere con l’ennesima emergenza, sebbene quest’anno il servizio che non funziona sia aumentato del 40 per cento.

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