Ganapini: un massacro che dura da vent’anni

«Per l’Oms il Golfo è a rischio infezioni»
15 luglio 2009 - sa.sa.
Fonte: Il Mattino

Question time in Regione sull’impianto di depurazione di Cuma. A chiedere chiarimenti sul corretto funzionamento, il consigliere Pietro Diodato (Pdl) che ha posto l’accento sui ritardi rispetto al progetto della condotta sottomarina e la mancanza di controlli sulla Hydrogest, la società che gestisce i depuratori campani. «Un’interrogazione all’assessore all’Ambiente - spiega lo stesso Diodato - sul disastro ambientale per il mancato funzionamento del depuratore di Cuma». Lo stesso Diodato chiede conto dei due milioni e mezzo spesi dalla Regione per ripulire i litorali dopo l’episodio di Cuma, oltre l’altro milione e mezzo stanziato per il litorale vesuviano. Articolata la risposta in aula dell’assessore Ganapini che è partito da un dato di assoluto allarme. «Se il mare campano, soprattutto il golfo di Napoli, da 20 anni è indicato dall’Organizzazione mondiale della Sanità, come il secondo golfo al mondo per rischio di tossinfezioni, molto si deve ad una scelta scellerata di 25 anni fa, contrastata, delle condotte a mare per un motivo molto semplice, la logica era: «Il mare è un grande digestore, metabolizza tutto», ricordo quando chiedevamo 25 anni fa: «Ma scusateci, i collanti per le scarpe dei quartieri Spagnoli, quando mai il mare saprà metabolizzare?. È accaduto così: c’è stato un carico sia inorganico che organico molto pesante sul mare, questo se la condotta mare è la filosofia unica, oggi anche il ministero su questo è rigidissimo, si può fare la condotta mare, ma deve portare solo acque depurate». Niente condotte se non con acque depurate e, quindi, attenzione altissima sui depuratori. «Su tutto il tema depurazione e in particolare sul tema Hydrogest, il nostro campo di lavoro va, da un lato, dal tentativo di evitare che tracolli la concessione e, dall’altro, al fatto che ormai quotidianamente lavoriamo con la Procura. Gli impianti sono sotto costante monitoraggio. Gli impianti sono stati massacrati nei primissimi anni ’90; nel senso che qualcuno, e non ho ancora capito chi, ha deciso che a un gran motore bisognava cominciare ad amputare delle parti, poi le difficoltà gestionali, non ultime quelle della Hydrogest hanno aggravato la situazione». Infine i dati sulla balneabilità: «I dati dell’Arpac dicono dal 2002 al 2008 ci sono 267 punti di prelievo lungo la costiera, vengono prelevati 4500 campioni all’anno, tra il 2002 e il 2008 il numero di campioni contaminati discende a 920 a 490, quindi stupiscono certe affermazione dell’ingegner Capobianco, quando le sue relazioni tenderebbero a dirci che la qualità del mare è migliorata».

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