E i magistrati finiscono nel mirino «Anni di disastri, nessun colpevole»
«Chi pagherà per un disastro ambientale lungo quindici anni? Perché tanta impunità dopo i milioni di euro spesi per bonifiche mai avvenute, per impianti mai a regime, per consulenze di fatto inutili?». Sono queste le domande della Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti presieduta da Gaetano Pecorella (Pdl) al pool di magistrati guidato da Giovandomenico Lepore e dal suo vice Aldo De Chiara. Ed è proprio il capo del pool Ecologia a rispondere alle domande sulla «mancanza di interventi giudiari efficaci negli anni della grande emergenza rifiuti, nella lunga stagione commissariale del ciclo rifiuti». Spiega il procuratore aggiunto: «Il quadro legislativo non consente di fare miracoli, abbiamo fatto tutto ciò che era possibile fare, non ci sono state carenze e lacune». Si snocciolano numeri sui processi in corso, ed è a questo punto che è Pecorella ad intervenire: «Cosa dobbiamo fare con tutti questi numeri, c’è una sensazione di impunità per tutto ciò che il territorio ha subito». Anche altri commissari battono sulla mancanza di arresti e provvedimenti efficaci. Il parlamentare Vincenzo Nespoli (Pdl) incalza: «Possibile che dopo quindici anni nessuno ha pagato per questo spreco di milioni?». Anche il commissario Paolo Russo insiste: «Il quadro è questo: un disastro lungo 15 anni, impunità generale». Ed è a questo punto De Chiara a replicare: «Nel processo Romiti-Bassolino alla gestione commissariale dei rifiuti, qualsiasi ipotesi di arresto era vanificata dall’indulto. Abbiamo eseguito arresti per le ecoballe e per i falsi collaudi, attirandoci contro le accuse della cosiddetta società civile. Il fatto è che le nostre armi sono spuntate e c’è un diffuso convincimento che alla fine il processo non porta a nulla». Altro tema caldo riguarda il rapporto tra camorra e gestione dei rifiuti. Continue sono le domande sulle infiltrazioni del crimine organizzato nella macchina anticrisi. Spiega il procuratore Lepore: «Non c’è solo e sempre camorra in questa regione. Le indagini ci sono, di recente hanno investito la ex Recam (azienda nata per la gestione delle bonifiche), dove sono stati scoperti presunti collegamenti con il clan Belforte, grazie ad arresti e sequestri». Il riferimento è all’inchiesta condotta dal pm Cristina Ribera, ieri presente assieme ai colleghi sostituti Antonio D’Alessio, Maurizio De Marco, Paolo Sirleo. Poi è lo stesso procuratore a tracciare un bilancio dell’attività della cosiddetta Superprocura, l’ufficio regionale nato con il governo Berlusconi contro la crisi spazzatura: il bilancio è negativo - fa capire il procuratore - è passata l’interpretazione più ampia della norma, che assegna una competenza alla Procura di Napoli non solo sui reati del commissariato, ma su tutti i reati in materia di rifiuti. Non sono arrivati i rinforzi di magistrati e cancellieri attesi un anno fa. Poi è il momento dei numeri: con la Procura regionale, sono 88 i procedimenti iscritti contro ignoti, 687 sono quelli a modello 21, con persone iscritte nel registro degli indagati. Dal 2001 al 2008 erano invece 936 quelli a modello 21, 270 quelli contro ignoti. Ma i numeri - fanno capire i commissari - «servono a poco di fronte al disastro e all’impunità generale».