I parlamentari in missione Iervolino: Roma non ci lasci Bassolino: con il governo responsabilità condivise

Rifiuti, la camorra non è ancora sconfitta

La commissione a Napoli: troppe aziende fuorilegge, l’80% dei copertoni brucia nelle campagne dell’hinterland
15 luglio 2009 - Luigi Roano
Fonte: Il Mattino

La costruzione dei termovalorizzatori in carico alla stato e ancora in regime commissariale, il resto del ciclo rifiuti in mano ai legittimi titolari, gli enti locali, che sono pronti a prendersi le proprie responsabilità entro fine anno e far terminare così la fase dell'emergenza che dura da tre lustri. È questa la strategia - sulla quale un'aspra discussione è in corso - per ritornare alla normalità in Campania, terra di rifiuti, di fuoco e ecoballe circa 6 milioni, che eco non sono. Ma soprattutto di camorra che nei rifiuti ha il suo core business. Questa l'ombra sul ritorno alla normalità. È la sintesi di una giornata molto intensa in Prefettura dove la Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti presieduta da Gaetano Pecorella (Pdl) ha ascoltato i vertici delle istituzioni locali, quelli delle forze dell'ordine e dell'autorità giudiziaria. Il grande punto interrogativo dell'exit strategy è «il fortissimo inquinamento camorristico» che incombe sulla materia dei rifiuti. Con «decine di aziende alle quali non viene rilasciata la certificazione antimafia e che invece rientrano nel giro degli appalti perché fanno ricorso al Tar e spesso lo vincono». Palese un esempio molto calzante: «L'80 per cento dei copertoni delle auto lo brucia la camorra llegalmente e solo il 20 è distrutto in maniera legale». C'è dunque di che discutere, il tema cogente però è quello del ritorno alla normalità: «Abbiamo posto la domanda - spiega Pecorella - e ci hanno detto che entro fine anno si torna alla normalità, anche se ci sono state versioni contraddittorie, tutto dipenderà dalla costituzione o meno delle strutture provinciali». Sfilano al terzo piano del palazzo di governo i protagonisti degli ultimi tormentati anni, deputati a dare risposte. Il primo a uscire è il governatore Antonio Bassolino dopo circa un'ora di audizione: «Stiamo lavorando - racconta - insieme al governo e in piena corresponsabilità perché si possa uscire entro fine anno dal commissariamento e dall'emergenza». Secondo il governatore però bisogna che si verifichino almeno due condizioni: «Un miglioramento della raccolta differenziata ed è «da vedere se debbano esserci delle procedure straordinarie per il completamento degli impianti, perché abbiamo già fatto una sufficiente esperienza con Acerra e vogliamo cercare di lasciarci alle spalle certe polemiche». Bassolino ha chiaro il quadro della situazione: «È necessario che tutte le istituzioni interessate si assumano le proprie responsabilità, ognuna per le proprie competenze, in modo particolare i Comuni che hanno la responsabilità della raccolta differenziata». A proposito di Comuni, Napoli è di certo il punto più importante e il sindaco Rosa Russo Iervolino è più cauto: «Il commissariato sta lavorando bene e l'ho detto ai commissari che me l'hanno chiesto; io credo che i poteri potranno essere prorogati anche oltre, l'importante è che lo Stato non ci abbandoni all'improvviso». Insomma, attriti, scontri, divergenze probabilmente fisiologici in questa fase. Il dato certo è che la Regione sta lavorando sodo alla fase normativa, l'assessore competente Walter Ganapini - anche lui ascoltato - snocciola il programma: «Uscire dalla fase emergenziale? Stiamo lavorando, a giorni ci saranno le nomine per le società provinciali di gestione, quello che manca è proprio questo, la cultura gestionale. A quel punto si potrà cominciare a immaginare come uscire dalla fase dell'emergenza». Ancora due flash dell'assessore su come smaltire le ecoballe: «Valgono quanto 5 milioni di tonnellate di petrolio e per smaltirle avremo al nostro fianco Eni ed Enel, che potrebbero bruciare la spazzatura come combustibile per le loro attività». L'inghippo però c'é. «Bisogna togliere quelle contaminate, ci sono false ecoballe vecchie di anni che contengono solo spazzatura tritata». Poi sulle aziende interessate al ciclo dei rifiuti campani: ce ne sono 48 di livello nazionale che non sono spaventate dalla camorra e di fronte a un progetto industriale sono pronte a intervenire. «La gestione ipotizzata - dice Ganapini - è su base provinciale, con una partecipazione dei privati al 49 per cento. Sono aziende in regola che sono state passate ai raggi X dalla struttura di Palazzo Salerno».

 

Powered by PhPeace 2.6.4