Rifiuti, dal Csm arriva l’altolà al premier
Il presidente del Consiglio «rispetti la professionalità e il lavoro dei magistrati, visto che la lesione di tali valori incide direttamente sull’indipendente esercizio della funzione giurisdizionale». In questo modo, la prima commissione del Csm bacchetta il premier Silvio Berlusconi, per aver definito «eroi che qualcuno ha cercato di ostacolare» i dirigenti di Impregilo, in riferimento alle indagini della magistratura napoletana nel corso dell’emergenza rifiuti in Campania. È questa la delibera della prima commissione sulla pratica a tutela chiesta da oltre sessanta pm napoletani, in una lettera firmata dallo stesso procuratore Giovandomenico Lepore. Una delibera rimasta al momento nel limbo, come altre pratiche di messa a tutela non ancora discusse in via definitiva dal Plenum di Palazzo dei Marescialli. E sul presunto «congelamento» delle pratiche, si è levata ieri la protesta di Livio Pipino, togato di Md, che ha minacciato le dimissioni «se non saranno discusse presto in plenum le pratiche aperte a tutela», riferendosi alla necessità di tutelare il giudice del processo Mills, Nicoletta Gandus e del pm di quel procedimento Fabio de Pasquale, apostrofati come «parziali» al termine del processo. Ma torniamo al caso Napoli, anzi al caso Acerra. Era il 26 marzo, giorno dell’inaugurazione del termovalizzatore, quando Berlusconi si schierò in difesa degli «eroi di Impregilo». Spiega oggi la prima commissione: «Non è manifestazione del diritto di critica nei confronti dei provvedimenti giudiziari l’uso di espressioni denigratorie verso il singolo magistrato o l’attività di uffici giudiziari tali da incidere direttamente, limitandolo sull’indipendente esercizio delle funzioni giudiziarie». E ancora: «L’indicazione di alcuni indagati come eroi, indebitamente contrastati da indagini giudiziarie ha determinato prima nei presenti (il pg Galgano e il procuratore di Napoli Lepore) e poi in ampi strati della pubblica opinione, disagio, imbarazzo e preoccupazione per la possibilità di un sereno procedere di indagini e processi», ha fatto notare la Commissione. Subito dopo l’intervento del premier, venne indetta un’assemblea culminata in un’istanza al Csm con oltre sessanta firme. Un gesto di solidarietà in particolare per i pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, titolari delle principali inchieste sul commissariato antiemergenza, che consentì anche una sorta di disgelo interno alla Procura, dopo lo strappo per lo stralcio dei prefetti nell’inchiesta ecoballe voluto da Lepore nonostante il dissenso dei due sostituti.