In provincia di Caserta due terzi degli inadempienti Il sottosegretario: a fine anno si torna ai poteri ordinari

Differenziata flop, Comuni sotto accusa

L’annuncio di Bertolaso: «Ne scioglieremo undici». Nella lista nera otto realtà amministrate dal Pdl
29 luglio 2009 - Antonio Troise
Fonte: Il Mattino

Roma. La lista nera dei Comuni «gravemente» inadempienti per la raccolta e la gestione dei rifiuti è già pronta. Anche se il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Guido Bertolaso, la presenterà ufficialmente solo oggi, quando tornerà davanti ai deputati della commissione sul Ciclo dei rifiuti della Camera per completare la sua audizione sulla situazione in Campania. Poi, la «black list» finirà nelle mani del ministro degli Interni, Roberto Maroni, che dovrà emanare i provvedimenti di scioglimento delle amministrazioni che non hanno rispettato le disposizioni previste dal decreto contro l’emergenza rifiuti. L’elenco comprenderebbe, comunque, sette comuni della provincia di Caserta e quattro di quella di Napoli. La scure del ministero si abbatterà sicuramente su Casal di Principe, uno dei territori più a rischio dal punto di vista della criminalità. Sulla strada dello scioglimento anche Castevolturno, San Marcellino, Aversa, Trentola Ducenta, Maddaloni e Casaluce. Nell’area napoletana, il provvedimento di Maroni dovrebbe riguardare comuni importanti come Giugliano, Afragola, Qualiano e Nola. Bertolaso non si ferma qui. A Montecitorio fa il punto sulla situazione in Campania a poco più di un anno dalla sua nomina a commissario. Una lunga relazione che si apre e si chiude con un annuncio: «Il mio lavoro è praticamente finito. La fase dell’emergenza terminerà a dicembre prossimo. È stato fatto di più do quello che si poteva immaginare». A partire dal 2010, la regione avrà un’autonomia di due anni per riorganizzare il settore. Come a dire: se non si proseguirà nel potenziamento della raccolta differenziato e nella realizzazione dei termovalorizzatori, due obiettivi che spettano ai Comuni, la regione potrebbe ricadere nel baratro in cui è rimasta per quindici anni. Fino alla crisi di un anno fa che ha portato la regione sulle prime pagine dei giornali di mezzo mondo. Un’eredità difficile, che ha lasciato sul terreno qualcosa come 4,5 milioni di tonnellate di ecoballe, una massa di rifiuti, ha commentato Bertolaso, «che di ”eco” ha davvero poco». Certo, le discariche aperte a Sant’Arcangelo Trimonte e Savignano Irpino, a Chiaiano e a Terzigno sono state fondamentali. Ma nel corso dell’audizione Bertolaso ha annunciato anche l’apertura di altri due siti, uno a Salerno e l’altro ad Avellino. Riflettori puntati anche sui termovalizzatori. Quello di Acerra sarà completamente operativo entro dicembre e sarà in grado di bruciare 600mila tonnellate di rifiuti all’anno. Ma da solo non sarà sufficiente. Occorre per ciò completare al più presto i due impianti previsti a Napoli Est e a Salerno. Nel corso dell’audizione il sottosegretario ha anche ripercorso i quindici dell’emergenza, con 11 commissari, 7 decreti legge, 128 ordinanze della protezione civile, diversi miliardi di euro sprecati o «che hanno preso strade diverse». Ovvero, quelle della criminalità organizzata. Oggi, la situazione è decisamente migliorata, la raccolta differenziata è arrivata attorno al 22%, vicino alla quota del 25% prevista dal decreto. L’altro obiettivo ambizioso è quello di controllare con sistemi di tracciabilità tutti i compattatori che trasportano i rifiuti. «Abbiamo scoperto camion che impiegavano anche due giorni per percorrere 50 chilometri. E, in quel periodo, può accadere di tutto», ha rilevato Bertolaso. Che oggi tornerà in Commissione per rispondere alle domande dei deputati.

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