Mare sporco e cemento selvaggio ecco il grande disastro Campania

29 luglio 2009 - Cristina Zagaria
Fonte: Repubblica Napoli

Emergenza inquinamento: su nove spiagge-campione, analizzate tra Napoli, Ercolano, Pozzuoli, Caserta e Salerno, nove sono fortemente inquinate da coliformi e streptococchi fecali. Il cento per cento. Ed è solo un esperimento campione. Se si allarga l´indagine a tutta la costa della Campania il 17 per cento delle coste è off-limits, contro una media nazionale di non balneabilità del mare del tre per cento. Non va meglio sul fronte abusivismo: ogni sei chilometri di costa campana c´è un illecito (anche questo è un primato italiano).
Inquinamento ed abusivismo sono le due criticità del dossier mare-2009 di Goletta verde di Legambiente. Due emergenze e altrettante bandiere nere assegnate una alla Regione, per il sistema di depurazione praticamente inesistente, e una alla Soprintendenza di Salerno per aver smantellato l´ufficio antiabusivismo provinciale. Pochi punti di eccellenza da cui ripartire, come il premio “Ambiente e legalità” per l´impegno al procuratore aggiunto di Napoli, Aldo De Chiara, specializzato appunto in abusivismo edilizio e reati ambientali.
Le cattive notizie per il mare della Campania corrono lungo i corsi dei fiumi: le nove foci analizzate dall´imbarcazione ambientalista in questo mese risultano gravemente contaminate da coliformi fecali, streptococchi fecali ed Escherichia coli. Oltre alle foci di Regi Lagni, Agnena, Lagno Vesuviano, Canale di Quarto, Sarno, Rio Arena, Sele, Picentino, Irno, sono fortemente inquinate anche le due spiagge del Lido di Licola a nord e a sud della foce Canale di Quarto. «Un caso, quest´ultimo, che conferma in tutta la sua drammaticità la cattiva influenza dello sversamento in mare dei reflui emessi dal depuratore di Cuma», sottolineano Michele Buonomo e Raffaele del Giudice, rispettivamente presidente e direttore di Legambiente Campania. Circa il 14 per cento delle 1.810 infrazioni accertate nell´ultimo anno nel Belpaese per scarichi illegali e cattiva depurazione sono state registrate in Campania.
In testa, in termini di costa non balneabile a causa dell´inquinamento, si trova la provincia di Caserta con il 66 per cento, quindi la provincia di Napoli con il 17 per cento e quella di Salerno con il 7 per cento. «Lo stato di salute delle nostre acque è gravemente compromesso da un deficit depurativo che ha passato i limiti tollerabili», commenta Gianluca Della Campa, portavoce di Goletta Verde. Per Buonomo il problema della carenza depurativa «non si può risolvere in qualche mese, ma richiede anni, e lo si potrà affrontare adeguatamente solo per via ordinaria, quindi escludendo Commissariati, mettendo piuttosto nelle condizioni di operare gli unici enti deputati per legge alla funzione, cioè gli enti d´ambito territoriale ottimale (Ato)».
Abusivismo edilizio sulle coste, scarichi abusivi, condotte illegali, comuni non collegati alle fogne, traffico illegale dei fanghi di depurazione sono la sommatoria di un comportamento illegale sulle nostre coste che rappresentano una costante. «L´emergenza di quest´anno – prosegue Buonomo – è solo il frutto di anni di mal governo, mancati controlli, di malapolitica».
Come se non bastasse, a tenere sotto scacco coste e mare campano ci sono anche una miriade di abusi e speculazioni edilizie “vista-mare”. Case, casette, stabilimenti balneari, alberghi e non solo. Tra tanti, è tristemente noto il caso dell´albergo di Alimuri a Vico Equense, inserito nella top five nazionale dei mostri di cemento da abbattere con urgenza. L´abusivismo in riva al mare è così endemico che, nella classifica regionale degli abusi edilizi sul demanio, la Campania svetta al primo posto del podio grazie ai 783 reati accertati nell´ultimo anno, con Ischia reginetta triste dell´”abusivismo”. Considerando anche gli illeciti commessi in relazione alla pesca di frodo, agli scarichi illegali e al codice della navigazione, la Campania è ancora una volta la regione leader nazionale, con 2.776 infrazioni accertate su un totale nazionale di 14.544.

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