«Basta ritardi, subito la condotta sottomarina»

L’Assise tra accuse e proposte «Pronti a scendere in piazza»
25 luglio 2009 - en.pr.
Fonte: Il Mattino

Un progetto che arriva con almeno 25 anni di ritardo. Da quando imperversava la guerra tra i sostenitori dei depuratori, da installare lungo le coste della Campania, e i fautori delle condotte sottomarine. Vinsero i primi, ma la battaglia dei secondi non è mai finita. E il disco verde dell'assessore regionale all'Ambiente, Walter Ganapini, al progetto per la realizzazione di una condotta sottomarina a completamento degli impianti di depurazione di Cuma e Villa Literno, riaccende la speranza. E le polemiche. Dall'assise della città di Napoli e del Mezzogiorno, riunita ieri mattina, parte il monito: fate presto. Gaetano Montefusco, in rappresentanza della Costa dei sogni, un cartello di 40 associazioni ambientaliste, alza il tiro. «Siamo pronti a manifestare a Roma pur di vedere realizzata subito quest'opera. Già l'assessore Nocera ci diede garanzie e non fece nulla. Ganapini ha impiegato un anno e mezzo per dare l'ok. E quando sottolinea che devono finire in mare solo acque depurate, non fa che confermare quello che noi sosteniamo da sempre: servono interventi di fitodepurazione per il trattamento delle acque reflue». Per gli ambientalisti, la condotta sottomarina a Cuma è indispensabile, quant'anche il depuratore funzionasse perfettamente. «Hanno costruito prima il tetto della casa e ora vogliono mettere le fondamenta - dice Serena Romano - prima il depuratore e solo ora la condotta: il risultato è che il mare campano è distrutto». Sulla guerra tra i sostenitori dei depuratori e delle condotte, il ricordo dell'avvocato Gerardo Marotta: «Negli anni '70, quando il sindaco Valenzi ripulì le acque del Golfo adottando il sistema delle condotte sottomarine, l'Unione industriali insorse. E chiese alla Cassa del Mezzogiorno di intervenire. L'ente, interessato al business dei depuratori, cercò di assoldare lo scienziato americano Oppenheimer, sostenitore delle condotte. Questi, per tutta risposta, ruppe una sedia sul tavolo del cda della Cassa. ”Siete dei corrotti”, gridò, e andò via».

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