«Mare diritto negato» ma pochi in piazza
Venti e duecentocinquanta. La prima cifra indica gli anni da quando l'acqua che bagna Castelvolturno risulta inquinata; la seconda, il numero delle persone che hanno sfilato ieri sulla via Domiziana per la prima manifestazione organizzata nel centro litoraneo da quando il tuffo è interdetto per dire basta appunto all'inquinamento marino. Poca gente per un problema che attanaglia Castelvolturno da due decenni e che nell'ultima stagione ha assunto dei contorni particolarmente preoccupanti a causa della psicosi generale diffusa fra la gente dell'intera regione. In pratica, da quando lo scorso mese di giugno dal depuratore di Cuma per tre giorni sono stati sversati cinquanta tonnellate di fanghi senza alcun trattamento si è diffusa fra le gente il timore che immergersi nelle le acque del litorale domizio e flegreo possa provocare delle gravi malattie alla pelle e all'apparto gastrico. «Niente di più falso; nessuna persona che ha fatto il bagno del nostro mare ha avuto problemi sanitari». Questo il grido, divenuto negli ultimi giorni disperazione, dei gestori degli stabilimenti balneari della costa casertana, che lamentano cali vistosi del volume d'affari. Durante la manifestazione di ieri i titolari dei lidi hanno denunciato che non riusciranno neanche a concludere l'attuale stagione. Molti stabilimenti, stando alle loro dichiarazioni, porteranno via tutte le attrezzature dall'arenile subito dopo ferragosto. In loro aiuto è intervenuta Anastasia Petrella, dirigente del movimento politico Liberamente che ha organizzato la manifestazione partita alle 17 da piazza Noviello a Baia Verde e conclusa un’ora dopo sul luogo simbolo del degrado ambientale del litorale, la foce dei Regi Lagni. «È divenuto indispensabile annullare o quanto meno ridurre i canoni demaniali per i gestori degli stabilimenti balneari», ha sottolineato la dirigente Petrella. Gli ha fatto eco Crescenzo Noviello, di assobalneari, intervenuto anche lui all'evento e che ha parlato di un calo d'affari per i lidi del 70 per cento rispetto alle passate stagioni, che inevitabilmente si sta tramutando in licenziamenti e chiusura definitiva delle attività. Non ha potuto ascoltare gli interventi della manifestazione Francesco Nuzzo, il sindaco del posto, che non ha preso parte all'evento. E non li hanno ascoltati neanche la gran parte della gente del posto, che non mette più la testa al fresco dell'ombrellone, ma che neanche scende in piazza per protestare per l'ennesimo diritto negato.