Da Positano a Sapri nessuna zona si salva dall’erosione «Ci sono tenciche e strumementi per intervenire, bisogna fare presto»

Così il mare «divora» chilometri di spiaggia

Ortolani: il rischio cresce, già scomparsi 90 ettari di arenile
22 luglio 2009 - Antonio Orza
Fonte: Il Mattino Salerno

La costiera amalfitana, il litorale di Salerno e il Cilento stanno perdendo le loro spiagge. Irreversibilmente. Di chi è la colpa? «Della natura e dell'uomo», accusa il geologo Franco Ortolani, ordinario presso l'Università Federico II di Napoli. «La costiera amalfitana ha circa 4500 metri di spiaggia di cui circa 4mila in erosione irreversibile, come ad esempio a Positano e a Vietri, dove la progressiva asportazione dei sedimenti sta determinando l'ampliamento della spiaggia a ridosso del molo del porto di Salerno. La spiaggia del litorale della Piana del Sele è lunga circa 41 km, quasi tutta in erosione irreversibile, di cui circa 10 km non sono balneabili, circa 31 km sono balneabili. La lunghezza totale del litorale del Comune di Salerno da Foce Irno a Foce Picentino è di circa 7.700 metri. Vi sono attualmente circa 1300 metri di litorale ad alto rischio che andrebbero monitorati in occasione della mareggiate al fine di evitare danni alla persone. I dati disponibili evidenziano che vi sono circa 3500 metri di litorale da considerare sempre a rischio variabile da alto a medio. Entro alcuni anni circa 4800 metri di spiaggia diventeranno impraticabili per la balneazione». Come intervenire? «Se si decidesse di intervenire immediatamente sui tratti di litorale a maggiore rischio mediante ripascimento morbido duraturo si dovrebbe operare su circa 4800 metri. Intervento tra quelli previsti dall'Accordo quadro stipulato tra Regione e Provincia di Salerno il 16 gennaio 2001». I costi economici? «Valutando un costo del restauro pari a circa 3 milioni di euro per km si prevede una spesa complessiva di circa 15 milioni di euro». Ci sono dati ufficiali che aiutano a fotografare i danni provocati dal fenomeno erosivo? «La spiaggia da Foce Picentino alla Foce del Sele è in grave erosione irreversibile e si valuta che dal 1954 ad oggi siano stati distrutti circa 60 ettari di arenile. L'erosione è meno grave lungo il litorale di Paestum dove si valuta che siano stati erosi circa 30 ettari di spiaggia negli ultimi 65 anni. Le spiagge della costa amalfitana possono essere restaurate con il ripascimento di ghiaia simile a quella esistente prelevabile mediante il restauro ambientale delle cave di roccia. Il restauro della spiaggia della Piana del Sele può essere effettuato mediante ripascimento con ghiaia e sabbia». E nel Cilento? «Le spiagge del Cilento si possono distinguere in "grandi" e "piccole" spiagge. Le grandi sono lunghe complessivamente circa 24 km; le piccole in totale raggiungono circa 20 km. Sono tutte balneabili tranne i tratti occupati dai porti. Si tratta di spiagge veri monumenti della natura. Però i circa 44 km di spiaggia sono gravemente minacciati da una incalzante ed irreversibile erosione. I progetti di difesa finora realizzati e previsti, servono solo a spendere facilmente denaro pubblico senza garantire un restauro geoambientale sostenibile e duraturo». Come invertire rotta? «E' di primaria importanza bloccare la dispersione obliqua concentrata della sabbia, ancora presente sulle spiagge, al fine di mitigare le perdite, specialmente nelle piccole spiagge. C’è poi bisogno di una manutenzione annuale che consenta di ripristinare la morfologia laddove i sedimenti tendono ad accumularsi solo da una parte, come accade nelle spiagge portualizzate di Marina di Camerota e Sapri. Le condizioni climatiche negative impongono l'attuazione di interventi innovativi, di lunga durata e rispettosi della bellezza dei luoghi, riproducendo artificialmente, con sedimenti stabilizzanti e dello stesso tipo di quelli esistenti, il ripascimento attuato dalla natura durante la Piccola Età Glaciale».

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