«Punta Campanella uccisa dagli scarichi»
Sorrento. Le analisi dell’Arpac hanno stabilito che il mare della Costiera non è inquinato. «Ma diano anche una qualsiasi spiegazione di quella patina giallastra e dei rifiuti visibili in superficie», sbotta Enrico Gargiulo, 73 anni, sorrentino, campione del mondo di fotografia subacquea nel 1987 a Cadaques in Portogallo, conoscitore dei fondali della riserva marina di Punta Campanella nei quali s’immerge da cinquant’anni. Come sta vivendo l’allarme di questi ultimi giorni? «In maniera drammatica - risponde - nel senso che ho fatto la mia ultima immersione un mese fa. In superficie l’acqua non è limpida, nei fondali è addirittura marrone». La sua passione per il mare e la fotografia subacquea vissuta con tutta la famiglia, con la moglie Rosaria e i figli Arturo e Marco. «Il degrado - sottolinea Enrico - sta avanzando da tempo e non si è fatto nulla per fermarlo. Fino a quindici anni fa, quando uscivo in barca tra la penisola sorrentina e Capri, prima di tuffarmi potevo già distinguere scogli, alghe e pesci. Oggi getto l’ancora e devo scendere sul fondo per rivederla, talvolta faccio fatica a trovarla». Sono tante, secondo Enrico, le cause di una situazione che, in questi giorni, ha portato a galla polemiche roventi. «Provo ad elencarle: scarichi fognari, pesca abusiva dei datteri, sversamento selvaggio dei rifiuti, l’alterazione dell’ecosistema con le temperature più elevate che favoriscono lo sviluppo di vari tipi di alghe aprendo la via alla distruzione delle gorgonie. Il fattore più insidioso? Gli scarichi fognari, tantissimi, anche provenienti da altre zone e convogliati verso le nostre spiagge dal gioco delle correnti». Stavolta non si ha di fronte il solito Enrico, entusiasta della sua passione per immersioni e fotografie. Stenta a dare indicazioni per combattere il degrado delle sue acque tanto amate. «Bisognerebbe coinvolgere il mondo intero e tutti gli aspetti della nostra vita».