Depuratore in tilt, 4 contusi
Una tragedia sfiorata. Una vera e propria tragedia sul lavoro mancata solo per un soffio, che ha coinvolto nel tardo pomeriggio di venerdì scorso quattro operai dell'Hydrogest Campania mentre erano impegnati in operazioni di controllo alle strutture del depuratore di Villa Literno. A dare la notizia, ieri, il sindacato dell'Ugl, che ha anche presentato una formale denuncia alla procura della repubblica per il grave episodio e invitato l'Asl ad un'immediata verifica ispettiva su tutti gli impianti del Ps3 (i cinque depuratori gestiti dalla Hydrogest Campania per conto della Regione Campania che si affacciano sulle sponde dei Regi Lagni lungo l'intero suo percorso). Ma veniamo ai fatti: i quattro lavoratori, durante il loro regolare turno di lavoro, stavano controllando il tubo di una fiamma ossidrica che nei giorni precedenti aveva dato segni di cattivo funzionamento, quando d'un tratto lo stesso si è spaccato a metà favorendo la fuoriuscita di una grossa fiamma. E solo il rapido intervento di un altro operaio che si trovava nei pressi dei bocchettoni del gas ha impedito che le fiamme investissero il gruppo di operai. L'uomo si è immediatamente reso conto del grave pericolo che stavano correndo i colleghi ed ha repentinamente chiuso i rubinetti. Così, i quattro operai se la sono cavata riportando solo un grosso spavento e qualche piccola scottatura. Mentre gli operatori turistici e la gente comune del litorale domizio, quindi, indicano negli impianti del canale fognario dei Regi Lagni e il loro cattivo funzionamento il principale responsabile del preoccupante inquinamento marino che sta di fatto mettendo in ginocchio l'intera economia della zona, nel depuratore di Villa Literno si rischia di morire sul lavoro. Una vera e propria beffa per il sito ecologico messo alla berlina dalla gente della costa casertana proprio perché accusato di non lavorare. Ma i guai per i depuratori dei Regi Lagni, non sono iniziati lo scorso venerdì. Di fatto, i cinque grossi impianti, sin dalla loro costruzione, non hanno mai lavorato a regime. Furono completati a metà degli anni '80 e la loro gestione fu affidata agli stessi costruttori fino all'assegnazione mediante gare che avrebbe espletato la Regione. L'ente di Santa Lucia è riuscita ad indire un financial project solo nel 2002 e due anni dopo si aggiudicò il bando la Hydrogest Campania. La ditta spezzina, però, non entrò immediatamente in possesso dei depuratori, perché la seconda classificata (un consorzio che aveva come capofila l'Enel) presentò ricorso, ritenendo l'offerta troppo bassa. Un anno dopo il Tar diede ragione all'Enel. Ma nel gennaio del 2007 ci fu una nuova sentenza del Consiglio di Stato che affidò la gestione dei depuratori all'Hydrogest. E mentre camminavano le carte bollate, i reflui che avrebbero dovuto trattare gli impianti finivano quasi tutti a mare senza grossi trattamenti e le strutture continuavano ad invecchiare. E negli ultimi mesi la situazione non è migliorata, con Hydrogest e Regione Campania che continuano a rimbalzarsi le responsabilità.