Acqua rossa dai rubinetti, è caos
Acqua rossa dai rubinetti. Da mesi, centinaia di famiglie di Mondragone, e in particolare di alcune abitazioni dislocate nei rioni di San Nicola e di Sant’Angelo, vedono sgorgare dai rubinetti un liquido che non somiglia più all’acqua potabile. Secondo il racconto di alcuni cittadini, che hanno sottoscritto persino una petizione indirizzata persino al prefetto di Caserta Ezio Monaco, si presenta maleodorante, con sfumature di colore che vanno dal rosso al giallastro. Il fenomeno va avanti a giorni alterni: si passa da una situazione di normalità a momenti in cui aspetto e odore anomali, sconsigliano decisamente un tranquillo consumo per dissetarsi o cucinare. L’intera comunità è attualmente in stato di allarme: in tanti si chiedono se l’acqua possa considerarsi ancora effettivamente potabile, e quanto sia opportuno proseguire nel suo utilizzo. La situazione sta costringendo gli abitanti della zona a utilizzare addirittura confezioni di acqua imbottigliata, per i motivi più banali, dalla pulizia dei denti al lavaggio delle stoviglie, ma soprattutto per cucinare. Perché, anche quando l’aspetto dell’acqua sembra essere tornata alla normalità, restano comprensibili sospetti sulla totale conformità e purezza del liquido. Un centinaio di famiglie ha portato, nelle scorse settimane, campioni di acqua dei rubinetti domestici, raccolta in contenitori sterili, a un laboratorio di analsi di Mondragone. Allarmanti i risultati, soprattutto per quanto riguarda la carica batterica, risultata nettamente superiore ai valori massimi consentiti. Ora il Comune ha chiesto alla società incaricata della gestione del servizio idrico, di eseguire i controlli e portare i risultati entro venerdì prossimo, giorno in cui è fissata la seduta del Consiglio. Successivamente saranno effettuate ulteriori analisi, in forza della richiesta inviata dai cittadini al prefetto. Intanto, si fanno le prime ipotesi: nella città litoranea, il problema dell’acqua di colore rosso, anche secondo quanto emerge da analisi fatte effettuare privatamente da alcuni mondragonesi, potrebbe essere legato solo allo stato delle vecchie condotte, dove si depositano residui di ferro e calcio, che in particolari condizioni possono essere trasportati dall’acqua corrente fino ai rubinetti di casa. L’inconveniente si verifica spesso, anche quando vengono effettuati lavori di manutenzione o sostituzione di tratti di rete idrica, che comportano brusche variazioni della velocità e della direzione del flusso dell’acqua. A Mondragone, sono molti i cittadini in attesa di un intervento risolutivo, che garantisca un consumo sicuro e certifichi la potabilità dell’acqua fornita. «Abbiamo richiesto alla ditta dimissionaria, che gestisce ancora ufficialmente, nonostante le tante diatribe (il contenzioso con il Comune, ndr), il servizio idrico sul territorio, Ati Sled-Mondragone acque - spiega l’assessore alle politiche ambientali Mario Fusco - di fornirci quanto prima le analisi ufficiali delle acque nella zona interessata dal fenomeno. Sono certo, che si tratta di una situazione temporanea, sarebbe meglio evitare inutili allarmismi». Intanto, dai banchi dell’opposizione, il Pdl ha sottoscritto un’interpellanza, che sarà discussa nella seduta consiliare di venerdì sera, nella quale si accendono i riflettori sul servizio idrico, chiedendo chiarimenti al sindaco Cennami sulla tariffazione, la fatturazione e, soprattutto, il controllo della qualità dell’acqua potabile. «Abbiamo voluto farci interpreti della gran parte dei nostri concittadini - dichiara il neo capogruppo Giovanni Schiappa - il monitoraggio e il controllo del territorio, - rincara - almeno a cadenza mensile, risulta indispensabile e ci auguriamo fortemente che il primo cittadino e la sua maggioranza si siano già preoccupati di adottare le misure necessarie. Non vorremmo, - conclude - che una particolare attenzione alla qualità e alla potabilità dell’acqua, sarà mostrata soltanto dopo la presentazione della nostra interpellanza».