Differenziata la ribalta dei nuovi cafoni

L’etica indifferenziata dei rifiuti

5 luglio 2009 - Afonso Schiavino
Fonte: Il Mattino Salerno

Una volta risaltavano le violazioni stradali e tante cattive abitudini radicate - quasi tutte ancora lì, con il loro corredo di sguaiatezze. Poi è arrivata la raccolta differenziata spinta e ha offerto nuove possibilità ai praticanti della «distrazione» urbana, quella che facilmente diventa fenomeno e malcostume. Bisogna tornare a parlare di scortesia diffusa, dunque, aggiornando i cataloghi avviati su queste pagine tempo fa. Nel frattempo, dopo la scomparsa dei cassonetti onnivori dei rifiuti, il paesaggio cittadino è peggiorato. Intendiamoci. Quei grandi bidoni cadenti, tenuti spalancati con le zeppe, erano disarmonici e mandano cattivi odori.
Quindi non può essere nostalgia, il sentimento che adesso ce li fa ricordare. È piuttosto stupore per i tanti rifiuti abbandonati vicino alle campane verdi e alle microisole interrate, tentazioni troppo forti per chi vuol dare il peggio in ogni occasione. Così, irregolari corone di buste contornano molte delle 475 campane; spesso ci sono bottiglie e vasetti, bottiglioni e specchi. A volte i contenitori risultano colmi, vero. La maggior parte delle volte, però, sarebbe possibile depositare regolarmente il vetro; allora la pigrizia fa la differenza fra la civiltà e l'inciviltà. Ora il Comune promette svuotamenti rapidi, avendo messo in strada altri due autocarri dedicati. I negligenti perderanno un alibi. Basterà? Difficile. Perché qualcuno continuerà a lasciare un vecchio water, un paio di scarpe, pezzi di sedie e così via deturpando. Discorso analogo per le microisole ecologiche. Cosa dire dei cartoni accatastati alla base? È ingiusto sospettare che nelle cisterne finisca addirittura un po' di organico? Il dubbio - favorito da un puzzo - è venuto a qualche salernitano. Un anno dopo la prima onda della rivoluzione dei rifiuti, insomma, i segni della risacca sono evidenti. Molti carrellati, che dovrebbero e potrebbero rimanere all'interno di negozi e palazzi, restano stabilmente all'esterno (alcuni sono dotati di lucchetti). Isolati sacchetti o piccoli scarti punteggiano le strade. I controlli scarseggiano, la situazione preoccupa i sensibili. A via Canali, nel centro storico, un residente ha affisso un cartello: i concittadini sono invitati a non lasciare sacchetti in giro "per non farci vergognare". L'anonimo autore ha saputo esprimere un turbamento. Una piccola percentuale di testoni, in effetti, condiziona l'immagine della città. E mica soltanto coi sacchetti selvaggi. Basta poco, per rendersene conto. Non bisogna neanche aguzzare la vista. Lo spettacolo si offre spontaneo e gratis. Facciamo una passeggiata? Mercatello: un automobilista usa il clacson a mo' di citofono. Pastena: un ragazzo urla "Scemo" a un compagno distante e si congeda muovendo in diagonale le braccia allineate. Torrione: un rivolo di acqua uscita dalla fontanella scorre sul marciapiede. Mercanti: un garzone grida ripetutamente "Calate 'o paniere" alla signora del quarto piano. Centro storico. Un tipo conduce un carrello da supermercato, stracolmo di cipolle e traballante sul selciato. Due tizi litigano e si scambiano sonore imprecazioni dialettali, finché uno di loro cessa la discussione invitando l'altro a "menarsi"… là dentro (avete capito dove). Santa Teresa. Una mamma vociante richiama il bambino che continua a muoversi invece di lasciarsi asciugare. Lungomare Trieste. Un carrello contiene una sedia di plastica legata a un paletto. Una ragazza rincorre un signore maturo, gli bussa sulle spalle e lo innaffia con una pistola ad acqua. Piazza della Concordia. Le corriere sostano per lunghi minuti, coi motori accesi, davanti alla fermata degli autobus urbani; decine di persone respirano gas di scarico. Cose di questo genere vi perdete, se non girate un'oretta per la città. In compenso, se prendete un autobus trovate quasi certamente un concentrato di esperienze. Per esempio, i ragazzi che mettono i piedi sui sedili di faccia. Per esempio, quelli che, cercando refrigerio, spalancano i finestrini mentre l'aria condizionata è miracolosamente accesa. Per esempio, gli scrocconi che si ammucchiano presso le uscite, per scendere se salgono i controllori. A proposito di pullman: ritroveremo la capacità di distinguere fra porte di entrata e di uscita? Chissà. Forse allora c'è speranza anche per le maniere dei commercianti che non ricambiano il saluto dei clienti; e dei colleghi che considerano un ripensamento ("Scusi, preferisco l'altro…") quasi come un affronto personale. Pare assurdo, ma perfino i numerini anti-coda - in banca, alle Poste o all'Asl - possono inasprire i minuti… Quando un signore, assicurando che era fuori mentre appariva il suo numero, ti chiede la cortesia di farlo passare (che ne penseranno gli altri?)… O quando, dopo una lunga attesa, l'addetto alle prenotazioni ti informa che la determinata prestazione sanitaria "è sospesa". Non è tutto qui, ovviamente. Bisognerebbe citare le maleducazioni stradali, gli scarabocchi sui muri eccetera eccetera. In questi anni qualcosa è cambiato in meglio, qualcosa in peggio. Così, tanto per tenerci al passo coi tempi.

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