Il caso Viareggio - le Municipalità: nessuna procedura

Paura a Napoli Est: viviamo su bomba a gas da 800mila metri cubi

2 luglio 2009 - Giuseppe Manzo
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
Mappa Esiste un peri­colo Gpl a Napoli. E non viag­gia su un treno merci come a Viareggio. Ma è nella pancia della periferia orientale della città, attraverso un oleodotto che parte da Vigliena e arriva a Poggioreale. 
A denunciarne i pericoli per la popolazione è il Comitato civi­co di San Gio­vanni a Teduc­cio, che da tem­po si batte con­tro la nuova centrale a tur­bogas. «Quello che è successo l’altro giorno a Viareggio — so­stiene Marco Sacco, attivista del comitato— è poca cosa ri­spetto ai rischi che corriamo a Napoli Est. Basti pensare che in caso di esplosione sa­ranno interessati 800 mila metri cubi di gas. Purtroppo è facile immaginare le possi­bili conseguenze come peral­tro prevede il Piano di emer­genza per la zona orientale». Il documento in questione ri­sale al luglio del 2002 ed è sta­to redatto dalla Prefettura, in­sieme a Regione, Comune, Ar­pac, Autorità portuale e vigili del fuoco. La commissione tecnica ha previsto tre scena­ri possibili in caso di esplosio­ne di un silos o di una tuba­zione: dalla nube di vapore fi­no all’effetto domino lungo i tubi l’impianto di distribuzio­ne, un fenomeno denomina­to Fireball. Un ruolo impor­tante all’interno di questo pia­no è svolto dall’amministra­zione comunale a cui spetta l’obbligo di informare la po­polazione, attraverso apparec­chiature audiovisive e campa­gne nelle scuole. Invece, pro­prio su questo punto insorgo­no i comitati: «Non solo la gente non sa nulla — aggiun­ge Sacco — ma non immagi­na nemmeno per ipotesi il ri­schio che corre e quindi che comportamento deve assu­mere in caso di incidente».
La conferma di una caren­za di notizie arriva dalle Muni­cipalità interessate, ignare dell’esistenza stessa del docu­mento della Prefettura: «Non abbiamo ricevuto nessuna procedura in merito — di­chiara David Lebro, presiden­te del municipio di Poggiorea­le — e non siamo nemmeno a conoscenza di questo pia­no ». Analoga risposta giunge da Massimo Cilenti, vicepresi­dente del municipio di San Giovanni-Barra-Ponticelli e neoconsigliere provinciale: «La competenza è del Comu­ne — sostiene — e noi siamo esclusi dall’operatività. Ma posso affermare che sul terri­torio non esiste nessuno stru­mento di allerta audiovisiva e né qualcuno è entrato nelle scuole a spiegare come com­portarsi in caso di incidente». Il caso assume i tratti di un re­bus. Infatti, la darsena petro­li, punto di partenza dell’oleo­dotto, è adiacente al futuro Terminal container di levan­te. Un progetto che prevede un afflusso di 800mila teu an­nui, in pratica cinque chilo­metri di carri merci all’anno. Di fronte allo stesso terminal sorge la centrale a turbogas, poco più avanti nascerà il por­to turistico con l’attracco di oltre 800 imbarcazioni da di­porto e la stessa periferia est rientra come zona gialla in ca­so di eruzione del Vesuvio. So­no tasselli di un puzzle che si estende in un’area lunga po­co meno di un chilometro, con 120 mila residenti coin­volti. Migliaia di persone in­consapevoli che le istituzioni non possono ignorare.
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