Rifiuti, per Romano la nomina di Bassolino
«Sono un cittadino che vuole dare una mano alla Campania ad uscire dalla crisi dei rifiuti». Il nome di Giovanni Romano, sindaco di Mercato San Severino e neo assessore all’Ambiente della Provincia, sul tavolo del presidente della regione Bassolino. Sarà uno dei soggetti attuatori che dovranno definire il piano industriale della nuova società provinciale per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti. La nomina doveva essere varata venerdì dalla giunta regionale, il tutto slitta a martedì. L’interessato non smentisce: «Non sono in grado di dire quali saranno le scelte che intenderà prendere la giunta». Romano, supportato da alcuni esperti che verranno nominati dall’assessore regionale all’Ambiente Walter Ganapini, dovrà entro sessanta giorni definire il piano industriale della costituenda società e gli atti propedeutici alla costituzione della società, che all’inizio del 2010 dovrà gestire il ciclo integrato provinciale dei rifiuti, compresa l’impiantistica. Scade infatti a fine anno il periodo di gestione commissariale del ciclo dei rifiuti e parte la fase della provincializzazione. La scelta di Romano quale soggetto attuatore, sostenuta anche da Edmondo Cirielli, arriva sia per i trascorsi di collaborazione di Romano con lo stesso Bassolino (che lo volle come consulente proprio per i temi della raccolta differenziata, sulla scorta delle buone pratiche svolte a Mercato San Severino), sia per il benestare locale del nuovo presidente della Provincia. L’ordinanza del 28 maggio che «sfilava» dal pacchetto ciclo integrato l’impianto di Salerno, aveva già messo un grande punto interrogativo sul futuro della gestione commissariale; questo nuovo incarico a Romano costringerà il sindaco di Salerno a fare i conti con il contrappeso della gestione provinciale. «Il preambolo dell’ordinanza sui rifiuti - dice Romano - ha trasferito la gestione del termovalorizzatore alla nuova società. Il tutto nella logica di una economia di scala ma anche per sciogliere l’intero nodo del termovalorizzatore». E tra i nodi c’è l’incarico di commissario straordinario consegnato da Prodi nelle mani di De Luca: «Quei poteri - riflette Romano - ci sono le condizioni per revocarli anche per i problemi sulle aree e sul dimensionamento, Ci sono amministratori della sua parte che hanno detto cose di fuoco su di lui . E lo stesso Bertolaso non lo osanna più». Che impianto vorrebbe Romano? «Che non produca energia elettrica, ma smaltisca l’immondizia. Se non troviamo il privato che costruisce ipotizziamo una società pubblica che non ha lo scopo di fare soldi; l'impianto si deve mantenere sulla tariffa». I privati ci stanno? «Un imprenditore vuole sapere se c’è l’immondizia e deve sapere quanto paga l’immondizia in ingresso all’impianto. Era l’accordo Fibe-Rastrelli: a chi costruì l’impianto garantivano il flusso continuo di immondizia. Di qui la discriminante della dimensione dell’impianto. Per questo De Luca vuole gestire. Forse pensa ad un grande impianto che lo obbliga ad un grande flusso di immondizia, il carburante che fa funzionare tutto. Ma io non voglio un impianto che funziona con l’immondizia che arrivi da fuori regione». Ma serve il termovalorizzatore? «Se facessimo decollare la differenziata forse non ci sarebbe più il materiale per fare i tre impianti in Campania»