Dall’associazione ambientalista «bandiera nera» alla Regione «Scarichi e mancati controlli» L’area domiziana la più rovinata

«Campania regina delle coste devastate»

Dal dossier di Legambiente le cifre sulla salute del mare: cemento selvaggio, al minimo il tasso di balneabilità
27 giugno 2009 - Paola Di Pace
Fonte: Il Mattino

Legambiente condanna i nuovi pirati del mare con le «bandiere nere», quelle con tanto di teschio e tibie incrociate. Riconoscimento bis in negativo alla Campania dopo il dossier dell’anno scorso sulla salute del mare. Bandiera nera alla Regione per la mancata depurazione delle acque del litorale domizio-flegreo, per il decennale immobilismo e la pessima gestione degli impianti di depurazione. Seconda bandiera nera anche per il cemento illegale lungo le coste. E così la Campania è la regione con il valore di balneabilità più basso, l’81 per cento, percentuale su cui pesa la provincia di Caserta con una balneabilità pari al 35% e 28,7 chilometri inquinati su 44,2. Un mare di illegalità divora la costa, non solo scarichi illegali e cemento ma anche depurazione in tilt e pesca di frodo. Sette reati al giorno, sei per ogni chilometro di costa. Un assalto al litorale con 2776 infrazioni accertate nell’ultimo anno, 3142 denunciati, 1002 sequestri. Numeri da brivido nel dossier «Mare Mostrum 2009. Il caso Campania di Legambiente». Il dossier è stato realizzato con il contributo delle Capitanerie di Porto, del Corpo forestale, della Guardia di finanza e del Noe dei carabinieri. Le storie di mare in Campania raccolte da Legambiente sono quasi sempre storie di soprusi e illegalità: veleni scaricati nel golfo, rifiuti fuorilegge, petrolio, bracconieri e cemento persino nelle aree demaniali protette. Migliaia i nuovi edifici che ogni estate spuntano lungo le coste: «Cemento illegale, o legalizzato dalla provvida variante edilizia, sotto forma di villetta per le vacanze, di grande albergo a strapiombo sul mare o di porticciolo turistico con annesso ristorante e shopping center, insomma full optional», si legge nel dossier. Un ampio capitolo del rapporto dell’associazione ambientalista è riservato ai numeri del lavoro della sezione operativa navale della Guardia di finanza di Salerno: in due anni, da gennaio 2007 a dicembre 2008, nel territorio della costiera cilentana e amalfitana sono state denunciate 377 persone e sono stati sigillati 127 immobili tra ville, alberghi, lidi balneari e residence, per un totale di 159 mila metri quadrati di superficie e per un valore intorno ai 150 milioni di euro. A questi dati vanno aggiunti quelli dei blitz dei carabinieri, 223 persone denunciate per abusivismo edilizio e 73 cantieri sotto sequestro. Secondo l’assessorato alla Protezione civile della Provincia di Napoli in poco più di un anno sono arrivate al numero verde antiabusivismo oltre 1.400 segnalazioni, ma solo per il 17% di queste è stato effettuato un controllo. Regina indiscussa del cemento illegale, secondo Legambiente, è Ischia: «Quarantasei chilometri quadrati che sembrano inesauribili: si costruisce all’inverosimile, si impasta calcestruzzo senza sosta. Ed è qui che un magistrato ha deciso di riaffermare la presenza dello Stato», si legge nel documento. Il magistrato è Aldo De Chiara, procuratore aggiunto di Napoli, che ha in programma seicento abbattimenti, più altre decine nella vicina Procida. «Scaricano illegalmente in mare - dichiara Michele Buonomo, presidente regionale Legambiente - continuano a costruire abusivamente sul demanio, distruggono l’ecosistema con la pesca illegale. Questo l’identikit dei pirati del mare – prosegue Buonomo - che mettono quotidianamente a rischio la risorsa mare. Davanti a questi numeri, le amministrazioni centrali e locali devono fare scelte chiare e inequivocabili».

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