Inchiesta Cdr, il tecnico: «Ho la morte nel cuore ma devo rispondere a contestazioni infondate»

Vacca: lascio con dolore, la verità verrà fuori

Il direttore del termovalorizzatore di Acerra si dimette e gli viene subito revocato l’obbligo di dimora
20 giugno 2009 - Leandro Del Gaudio
Fonte: Il Mattino

Ecoballe Lascia dopo nove anni, comunica con «amarezza e dispiacere» le dimissioni di direttore del termovalorizzatore di Acerra. Due pagine indirizzate a Fibe e presidenza del Consiglio, firmate da Giuseppe Vacca e depositate sulla scrivania del gip Aldo Esposito, che ottengono un risultato immediato: poche ore dopo le dimissioni è infatti lo stesso gip a firmare la revoca dell’obbligo di dimora. Ora per Vacca - uno dei quindici indagati nell’inchiesta dei pm Milita, Noviello e Sirleo - resta la più blanda misura dell’obbligo di firma. Una sorta di partita a scacchi, dove le dimissioni sembrano una scelta obbligata, decisiva per la revoca dell’obbligo di dimora. Ed è lo stesso Vacca a sottolineare la propria amarezza, nel lasciare l’incarico ad Acerra: «Mi dimetto dall’incarico con la morte nel cuore», dice al Mattino ripensando agli anni trascorsi alla guida di staff tecnici delle strutture realizzate contro l’emergenza rifiuti in Campania. Caduto l’obbligo di dimora, resta comunque il vincolo dell’obbligo di presentazione alla pg: per due volte alla settimana, Vacca dovrà recarsi a firmare in un commissariato della propria zona di residenza. Difeso dai penalisti Giuseppe Fusco e Lucio Majorano, l’ex direttore del termovalorizzatore di Acerra (struttura che resta estranea all’inchiesta in corso) dovrà difendersi da un’accusa di falso ideologico, per una valutazione tecnica espressa nel corso della realizzazione degli impianti. Una vicenda giudiziaria culminata due settimane fa in quindici arresti ai domiciliari poi revocati (con la sola esclusione di Claudio De Biasio che attende il Riesame di lunedì) dallo stesso gip dopo gli interrogatori di «garanzia». Pochi giorni fa era poi toccato al Tribunale del Riesame esprimersi sull’inchiesta della Procura di Giovandomenico Lepore e del suo vice Aldo De Chiara. A leggere i provvedimenti della ottava sezione, presidente Maria Rosaria Cosentino, si affievoliscono le esigenze cautelari in un quadro indiziario che sembra confermato nelle linee generali. Martedì scorso il collegio aveva revocato l’obbligo di dimora per Aniello Cimitile, (ma restano gli obblighi di firma) rigettando un’analoga richiesta presentata dalla difesa di Vacca. Di qui le dimissioni dell’ex direttore dei lavori e una nuova istanza indirizzata al gip Esposito. Scrive Vacca al giudice: «La vicenda giudiziaria che mi ha coinvolto in modo traumatico per presunti addebiti di falso ideologico risalenti alle attività svolte diversi anni fa per gli impianti di produzione cdr di Caivano, Giugliano, Tufino, richiede il mio impegno nella difesa tecnica per vedere affermati quanto prima, e con assoluta evidenza, la correttezza del mio operato e la infondatezza delle contestazioni in punto di fatto e di diritto». Poi ancora espliciti riferimenti all’opportunità di rassegnare le proprie dimissioni, per «non recare intralcio o rallentamento alla delicata fase in corso di completamento ed avviamento del termovalorizzatore»: «Detta vicenda - aggiunge Vacca - potrebbe quindi condizionare la mia serenità ed efficienza nell’espletare le residue attività di direzione dei lavori del termovalorizzatore, a cui, dall’agosto del 2004, in forza dell’incarico fornitomi nell’anno 2000, mi dedico con massimo impegno e senza perseguimento di interessi speculativi personali o di terzi, operando soprattutto a garanzia delle esigenze e delle aspettative della pubblica amministrazione, quale mio obbligo primario per la delicata funzione affidatami con il gradimento e l’autorizzazione del commissario di governo».

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