Rifiuti, ultimatum all´Italia
21 giugno 2009 - R.F.
Fonte: Repubblica Napoli
«Ricordo il colpo al cuore che provavo a passare per via Roma sommersa di sacchetti. E anche sotto casa mia avevo la spazzatura che mi arrivava alle finestre».
È l´immagine che ha indotto alla reazione Errico Di Lorenzo, l´avvocato cassazionista protagonista del ricorso alla Corte europea per i diritti dell´uomo. Ricorso accettato dalla Corte, che ha chiamato in causa lo Stato italiano per il possibile risarcimento ai cittadini danneggiati dal disastro rifiuti. Di Lorenzo ha spiegato ieri come è nata l´iniziativa: «Venti ricorrenti, fra cui anche io, che si sono ritrovati un giorno a casa mia, a Somma Vesuviana. Gente di varia estrazione politica e culturale». Come dire che, benchè lui si appoggi alla Destra di Storace, che infatti ha divulgato la notizia, la faccenda non è una vicenda di partito.
Allo stato, la Corte ha accolto il ricorso, per violazione di due articoli della Convenzione dei diritti dell´uomo: il 2 (diritto alla vita, con riferimento al segnalato tasso in aumento di tumori) e l´otto (diritto alla vita privata e familiare). Di conseguenza, il 3 giugno ha disposto di fare formale contestazione al governo italiano, invitandolo a fornire giustificazione sui fatti e a manifestare la sua disponibilità a un risarcimento danni. Ha inoltre stabilito il carattere di assoluta urgenza e priorità della controversia, fissando il 23 ottobre come termine massimo per l´ulteriore istruttoria. La sottintesa aspettativa è che, prima di quella data, il governo vada a una transazione con i ricorrenti. E, poiché si parla per ora in sostanza di danni morali, la cifra concordabile potrebbe aggirarsi sui 1000-1500 euro.
Cifra simbolica. Ci si aspetta dunque che la vertenza possa essere composta bonariamente. Anche perchè in caso contrario la Corte potrebbe comunque condannare l´Italia e magari applicare ulteriori sanzioni. Il punto è che Di Lorenzo ha in mente un secondo livello di scontro, più significativo dal punto di vista politico, e certo più gravoso su quello finanziario. «Vogliamo che si identifichino e si colpiscano i colpevoli dello sfascio - dice l´avvocato - Anche la Corte, nel motivare le decisioni fin qui adottate, ha posto al governo il quesito sul perché questo non sia finora avvenuto in nessun procedimento, nessuna sentenza».
Ecco perché, al di là della vicenda dei primi 20 ricorrenti, Di Lorenzo si mette sin da oggi a disposizione di quanti vorranno in futuro avanzare a loro volta ricorso, «siano essi privati o operatori economici, penso ad esempio agli albergatori napoletani, così colpiti nella loro attività». È ovvio che in questo caso la portata economica del risarcimento salirebbe di livello. Fino al punto da indurre finalmente la Corte dei Conti ad andare a caccia dei responsabili sui quali rifarsi per il danno patrimoniale subito dallo Stato. Un risultato politico, al quale Errico dice di tenere molto. Idem Maurizio Bruno, segretario provinciale della Destra: «Il nuovo governo ha anche risolto l´emergenza, ma noi vogliamo che siano puniti i responsabili di questi quindici anni di sfascio».
Allo stato, la Corte ha accolto il ricorso, per violazione di due articoli della Convenzione dei diritti dell´uomo: il 2 (diritto alla vita, con riferimento al segnalato tasso in aumento di tumori) e l´otto (diritto alla vita privata e familiare). Di conseguenza, il 3 giugno ha disposto di fare formale contestazione al governo italiano, invitandolo a fornire giustificazione sui fatti e a manifestare la sua disponibilità a un risarcimento danni. Ha inoltre stabilito il carattere di assoluta urgenza e priorità della controversia, fissando il 23 ottobre come termine massimo per l´ulteriore istruttoria. La sottintesa aspettativa è che, prima di quella data, il governo vada a una transazione con i ricorrenti. E, poiché si parla per ora in sostanza di danni morali, la cifra concordabile potrebbe aggirarsi sui 1000-1500 euro.
Cifra simbolica. Ci si aspetta dunque che la vertenza possa essere composta bonariamente. Anche perchè in caso contrario la Corte potrebbe comunque condannare l´Italia e magari applicare ulteriori sanzioni. Il punto è che Di Lorenzo ha in mente un secondo livello di scontro, più significativo dal punto di vista politico, e certo più gravoso su quello finanziario. «Vogliamo che si identifichino e si colpiscano i colpevoli dello sfascio - dice l´avvocato - Anche la Corte, nel motivare le decisioni fin qui adottate, ha posto al governo il quesito sul perché questo non sia finora avvenuto in nessun procedimento, nessuna sentenza».
Ecco perché, al di là della vicenda dei primi 20 ricorrenti, Di Lorenzo si mette sin da oggi a disposizione di quanti vorranno in futuro avanzare a loro volta ricorso, «siano essi privati o operatori economici, penso ad esempio agli albergatori napoletani, così colpiti nella loro attività». È ovvio che in questo caso la portata economica del risarcimento salirebbe di livello. Fino al punto da indurre finalmente la Corte dei Conti ad andare a caccia dei responsabili sui quali rifarsi per il danno patrimoniale subito dallo Stato. Un risultato politico, al quale Errico dice di tenere molto. Idem Maurizio Bruno, segretario provinciale della Destra: «Il nuovo governo ha anche risolto l´emergenza, ma noi vogliamo che siano puniti i responsabili di questi quindici anni di sfascio».