Attenuata la misura cautelare per Cimitile: può muoversi ma è tenuto alla firma Spunta la lista dei compensi

Falsi collaudi, linea dura solo per Vacca

Inchiesta sui cdr, il Riesame conferma l’obbligo di dimora per il direttore del termovalorizzatore di Acerra
18 giugno 2009 - Leandro Del Gaudio
Fonte: Il Mattino

Obbligo di firma per il presidente della Provincia di Benevento Aniello Cimitile, conferma dell’obbligo di dimora per il direttore dei lavori del termovalorizzatore di Acerra Giuseppe Vacca. Sono i due risultati più significativi del dispositivo del Tribunale del Riesame, nel corso dell’inchiesta sui collaudi dei cdr in Campania. Reggono dunque quadro indiziario ed esigenze cautelari. Ottava sezione, presidente Maria Rosaria Cosentino: sono stati i militari della Finanza, guidati dal colonnello Sandro Barbera, a notificare la notte scorsa i provvedimenti del collegio giudicante. Per Cimitile, dunque, l’obbligo di dimora a Pomigliano d’Arco viene sostituito con la più blanda misura dell’obbligo di firma. Per due giorni alla settimana - il martedì e il giovedì tra le venti e le ventuno - il presidente della Provincia dovrà recarsi all’organo di polizia giudiziaria del territorio di residenza. Una misura che in genere viene adottata per i sorvegliati speciali, per gente in odore di camorra e che risponde a un’unica logica: limitare il pericolo di fuga dell’indagato. Difeso dal penalista Claudio Botti, Aniello Cimitile potrà continuare a svolgere il ruolo di presidente della Provincia, forte della revoca dell’obbligo di dimora. Uno snodo cruciale, quello del Riesame, dinanzi al quale gli inquirenti hanno anche depositato la lista dei compensi incassati negli anni della crisi da collaudatori e presidenti di collaudatori. Ma sono diversi i provvedimenti adottati nei confronti degli altri indagati che si erano rivolti al Tribunale del Riesame: conferma dell’obbligo di dimora per Mario Gily, ex direttore dei lavori degli impianti di Santa Maria Capua Vetere, Battipaglia e Casalduni; mentre per il collaudatore Giuseppe Sica scatta la misura della sostituzione della misura dell’obbligo di dimora (già disposta dal Gip, al termine dell’interrogatorio di garanzia), con la misura interdittiva «del divieto temporaneo di esercitare la professione di architetto». Revoca invece dei domiciliari per Alfredo Nappo (è il professionista che al telefono sostiene di essere stato nominato collaudatore «su segnalazione del partito»), per il quale viene comunque disposta la misura interdittiva del divieto temporaneo ad esercitare la professione di ingegnere. Con lo stesso provvedimento i giudici dichiarano invece l’inammissibilità della richiesta di Riesame proposta dal preside della università del Sannio Filippo De Rossi (difeso dal penalista Orazio Di Bernardo); per Luigi Travaglione e Vincenzo Sibilio (difeso quest’ultimo dall’avvocato Mario Ruberto): la dichiarazione di inammissibilità, va chiarito, in questo caso scatta dopo la precedente revoca dei domiciliari disposta dal gip in sede di interrogatorio di garanzia. Un provvedimento che conferma le scelte del gip Aldo Esposito, al termine dell’inchiesta dei pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, coordinata dall’aggiunto Aldo De Chiara. Falso ideologico l’accusa mossa dalla Procura nei confronti di cinque delle sette commissioni di collaudo degli impianti Cdr in Campania. Secondo gli inquirenti, non avrebbero segnalato nelle loro relazioni finali il cattivo funzionamento degli impianti, non avrebbero indicato gli interventi di modifica e manutenzione (ritenuti non in linea con il contratto), né la realizzazione di combustibile non a norma di legge. Un falso - spiegano i pm - che avrebbe favorito il gruppo Impregilo, oltre a rafforzare la propria carriera di consulenti e collaudatori.

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