L’ambientalista Buonomo il viceprefetto Provolo e il generale Fuschetti: «Non basta lo Stato»

Ecomafie, cittadini ancora alla finestra

Presentato a Orta di Atella il rapporto Legambiente
16 giugno 2009 - Alessandra Tommasino
Fonte: Il Mattino Caserta

Dietro i reati contenuti nel rapporto ecomafie, presentato ieri ad Orta di Atella in una gremita sala consiliare con un’iniziativa del circolo Geofilos Legambiente di Succivo - il cui referente Francesco Pascale ha lanciato l’idea dell’istituzione di un osservatorio provinciale sull’ambiente e la legalità - sono coinvolti tutti i clan camorristici della Campania, prima regione in classifica nazionale per numero di crimini ambientali nell’anno 2008. Con 3.097 illeciti accertati, il bilancio appare devastante. Eppure qualcosa comincia a muoversi. Ne è convinto ad esempio Franco Provolo, commissario straordinario di Orta di Atella e viceprefetto di Caserta. «La prefettura – dice Provolo - è diventata un punto di riferimento per la risposta alle ecomafie e oggi si può dire che siano stati superati, nella lotta contro i crimini ambientali, 15 anni di ingorghi istituzionali». Ma a rispondere devono essere anche i cittadini. «Nonostante i buoni risultati ottenuti dalle forze delle ordine - aggiunge il presidente regionale di Legambiente Michele Buonomo - manca ancora la tensione morale dei cittadini». Superare il problema culturale «che favorisce attraverso una diffusa collusione i reati ambientali che sono veri e propri omicidi» è una priorità anche per Francesca Fischetti della Direzione investigativa antimafia. La soluzione deve essere contro lo sviluppo irrazionale del territorio. «Bisogna reagire dinanzi a crescite sprovviste di criterio logico - commenta Anna Savarese del direttivo Legambiente Campania - come quella di Orta di Atella dove nel giro di pochi anni la popolazione è aumentata da 11 mila a 23 mila abitanti». Ottimista il generale del corpo forestale dello Stato, Ferdinando Fuschetti. «Laddove sono scese in campo le istituzioni - osserva Fuschetti - i risultati ottenuti sono sempre stati efficaci e adesso è stata finalmente raggiunta la giusta sensibilità per combattere le ecomafie». Non lo smentisce il magistrato Donato Ceglie. «Grandi passi in avanti sono stati compiuti nella lotta alle ecomafie - afferma Ceglie -. Il dato criminogeno della provincia di Caserta ha fatto sì che si sviluppassero grandi capacità investigative, ma questo certo non può bastare. La parola d’ordine – sostiene - deve essere il fare e il fare spetta a quegli uomini e donne di buona volontà disposti a mettersi in discussione per far applicare la legge a favore della collettività». Un fare rappresentato ieri da Valerio Taglione, referente di Libera e Comitato Don Diana, (promotori del festival dell’impegno civile che si terrà venerdì, sabato e domenica nei beni confiscati alla camorra), intervenuto per denunciare che a Castelvolturno, nella fattoria confiscata al camorrista Zaza, dove già sono presenti i volontari dei campi di lavoro «Terre di Don Peppe Diana», ancora non è stata fornita la corrente elettrica nonostante la domanda di allacciamento sia stata inoltrata più di sei mesi fa.

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