Termovalorizzatore a Est entro fine mese il bando
«Entro il 30 giugno dovremmo essere pronti con il bando». Poche parole per annunciare che tra quindici giorni la gara per la realizzazione del termovalorizzatore di Napoli Est entrerà finalmente nel vivo. Poche parole pronunciate in un contesto simbolico: la presentazione romana del rapporto rifiuti di Fise Assoambiente. Con la crisi dei rifiuti ormai alle spalle, anche se cumuli di immondizia fanno ancora capolino in tanti quartieri di periferia, l’amministratore delegato dell’Asia Daniele Fortini indica la strada per la costruzione del nuovo termovalorizzatore, il primo nel territorio cittadino che - assicura - tra un paio di anni sarà tra le «cose belle» di Napoli. «Ci ispireremo al termovalorizzatore di Vienna», sentenzia il manager della municipalizzata del Comune di Napoli per la gestione dei rifiuti. Poi continua: «Puntiamo al miglior risultato tecnico e architettonico, con l’ambizione che l’impianto sia tra le cose che vale la pena visitare a Napoli». E ancora. «Il bando sarà pronto entro il 30 giugno - prosegue - Faremo una gara per affidare il 49% di Neam (Napoli energia ambiente), il partner industriale per definire i dettagli di progetto e poi aprire i cantieri. Sarà un concorso aperto a livello europeo, con un road show con le trenta imprese più grandi del settore». Bando e tempi di realizzazione, Fortini illustra tutti i dettagli. «Dopo l’apertura dei cantieri - spiega - l’impianto sarà pronto in trenta mesi». Secondo in Campania per dimensione, comunque tra i primi cinque in Italia con una capacità di smaltimento stimata in 400.000 tonnellate all’anno, il termovalorizzatore costerà tra i 250 e i 280 milioni di euro e sarà costruito su aree di proprietà della Regione Campania. Soprattutto - stando all’allegato tecnico preparato dal comitato di esperti presieduto da Stefano Consonni del politecnico di Milano e composto dai massimi tecnici del settore - sarà caratterizzato da sistemi di sicurezza all’avanguardia e da una notevole efficienza energetica. Contrariamente a quanto avviene ad Acerra (dove si bruciano i rifiuti prodotti dagli stir), poi, il termovalorizzatore di Napoli Est brucerà il tal quale residuo della differenziata cercando di estrarre la massima potenza elettrica e termica. Nello stesso allegato tecnico composto di cento cartelle, inoltre, è previsto anche il coinvolgimento dell’Enea, dell’Istituto superiore di sanità e delle università la Sapienza di Roma e Federico II di Napoli. L’impianto dovrà superare le valutazioni di impatto ambientale e di impatto strategico che ancora non sono state presentate.