False certificazioni per i cdr: il docente finito ai domiciliari rivendica la legittimità di tutti gli atti sottoscritti

«Collaudi regolari, ho la coscienza a posto»

Cimitile, presidente della Provincia di Benevento, interrogato dai pm: ho sempre verificato la conformità ai progetti
9 giugno 2009 - Giuseppe Crimaldi
Fonte: Il Mattino

«Non ho mai comemsso irregolarità, né alcun tipo di reato. Nell’esercizio delle mie funzioni ho sempre verificato la legittimità degli atti e la conformità ai progetti». È il passaggio centrale dell’interrogatorio di garanzia reso ieri mattina dal presidente della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile, finito agli arresti domiciliari insieme con altre 14 persone nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Napoli su presunte irregolarità commesse sui collaudi eseguiti negli impianti di produzione di Cdr in Campania. Per tre ore Cimitile - che è assistito dall’avvocato Claudio Botti - ha ribattuto insomma punto su punto a tutte le accuse che gli vengono mosse dai pubblici ministeri Alessandro Milita, Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo. Con pacatezza, ma anche con fermezza, ha risposto a tutte le domande che gli venivano poste dai pm e dal giudice per le indagini preliminari, Aldo Esposito, che ha firmato l’ordinanza restrittiva ai domiciliari eseguita nei giorni scorsi dai finanzieri del comando provinciale di Napoli. Giornata intensa, quella di ieri per il gip Esposito, che dopo aver ascoltato il presidente della provincia di Benevento ha interrogato altri due indagati, Luigi Travaglione e Rita Mastrullo. Cimitile si è difeso ribadendo di non aver mai pensato che un collaudo tecnico amministrativo potesse riguardare il tipo di risultato della prestazione. Cimitile - coinvolto nell’indagine che punta i riflettori tra l’altro anche sui componenti della commissione di collaudo del Cdr di Casalduni - ha più volte sottolineato di avere verificato che il proprio operato fosse conforme ai dettati dei progetti. «Altro non era nelle mie facoltà - ha detto - e dunque qualunque variazione di contesto non rientravano nelle mie competenze, anche perché giungevano dopo l’assenso fornito dal Commissariato per l’emergenza rifiuti, oltre che dei vari direttori dei vari rup». L’avvocato Botti, che nei giorni scorsi aveva già presentato analoga richiesta al Tribunale del Riesame, al termine dell’interrogatorio ha avanzato al gip istanza di revoca della misura degli arresti domiciliari per Cimitile. Lo ha fatto anche per gli altri due suoi assistiti ascoltati ieri: Luigi Travaglione e Rita Mastrullo, rispettivamente e componente della commissione di collaudo per gli impianti di combustibile da rifiuti di Casalduni e di Battipaglia. Anche loro hanno respinto tutti gli addebiti, fornendo spiegazioni ai magistrati. Il giudice per le indagini preliminari si è riservato di decidere sulle istanze di revoca dei domiciliari entro la giornata di domani, al termine cioè del completamento degli interrogatori di garanzia. L’ultima inchiesta sui rifiuti in Campania - la terza in ordine di tempo dopo quella confluita nel rinvio a giudizio del presidente della Regione Campania Antonio Bassolino e degli ex vertici della Fibe, e la seconda che investe il filone delle ecoballe - riguarda i lavori delle commissioni di collaudo degli impianti di produzione di combustibile da rifiuti realizzati dalla Fibe spa e dalla Fibe Campania spa in seguito ad appalti del Commissariato di governo per l’emergenza. Secondo l’accusa, nei certificati di collaudo redatti dai componenti delle commissioni sarebbe stata attestata falsamente l’ottemperanza da parte di Fibe-Fisia Spa e gli impegni previsti dai contratti di appalto.

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