Sant’Antonio Abate cumuli di immondizia dopo il mercato rionale Scatta l’allarme sanitario

Scarafaggi e topi il Borgo in ginocchio

Invase strade e case, i residenti: subito la bonifica
8 giugno 2009 - Paolo Barbuto
Fonte: Il Mattino

Sant'Antonio Abate Se le fotografie di questa pagina riuscissero a trasmettere anche gli odori, avreste già voltato pagina. L’immondizia che vedete, residuo del mercato del borgo Sant’Antonio Abate, fermenta rapidamente al caldo d’estate e puzza: una puzza che prende la gola e taglia il respiro. E non va via nemmeno la notte, quando i «bobcat» vengono a raccogliere le montagne di pattume e le scaricano sui grossi camion della raccolta. A molti lettori basterebbe la prima parte di questo racconto per decidere che si tratta di una situazione invivibile. E invece la gente di qui s’è abituata pure alla nausea: non ci fa più caso, la considera come prezzo, equo, da pagare perchè la gente del mercato porti a casa la «mesata». Nessuna protesta per il pattume. Però qui al borgo, nelle ultime ore qualcuno ha cominciato a preoccuparsi per davvero: con l’arrivo del caldo, nel giro di un paio di settimane, i topi si sono moltiplicati, e c’è stata una invasione di blatte volanti. Le armate degli animali si manifestano con il buio, quando il mercato è a riposo. I topi grandi come gatti sono padroni della strada, dell’immondizia, e sono pure aggressivi: «Quando apriamo il portone, ci fermiamo sull’uscio e battiamo i piedi con forza per terra, sperando che il rumore li faccia scappare - dice una donna che abita sulla strada - ma quando li incontri sulla strada restano lì, fermi di fronte a te, pronti ad aggredirti e a morderti. Abbiamo paura, soprattutto per i bambini». La guerra contro le blatte, invece, è molto più difficile da combattere. S’infilano sotto le porte e dentro le fessure delle finestre, hanno le ali, sono attratte dalla luce. «Se apriamo una finestra dobbiamo fare la guardia, altrimenti ce ne ritroviamo a centinaia dentro casa», spiega con calma la signora. La situazione è stata denunciata, con forza, da Enrico Cella, consigliere municipale di Alleanza Nazionale, che ha scritto agli assessori, all’Asia e all’Asl chiedendo interventi urgenti: «Io vivo nel quartiere, ascolto la gente e cerco di fare quel che posso. Ma tutto questo - dice indicando la strada invasa di immondizia - è troppo. Io capisco che le persone del Palazzo, lo scriva con la «p» maiuscola, così si capisce meglio, non sanno che esistono questi problemi. Loro, che dovrebbero decidere la disinfestazione e la derattizzazione del quartiere, non immaginano cosa significa dover sbattere i piedi per far scappare le zoccole che vogliono entrare in casa. Ho detto zoccole, si può dire?». La protesta non riguarda la società di raccolta dei rifiuti che preleva regolarmente il pattume. Anche se i residenti chiedono che, nei giorni di festa, quando il mercato finisce nel primo pomeriggio, i camion arrivino prima e non di notte («perché quella roba che resta in strada dieci o dodici ore, d’estate puzza troppo»). La richiesta ufficiale è una pulizia delle caditoie, una derattizzazione e una igienizzazione della strada: «Ma è solo per non dover combattere ogni giorno con i topi - dice con ossequiosa gentilezza la signora. Poi si fa seria - Ma secondo voi li vengono a cacciare o ce li dobbiamo tenere?».

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