Lunedì gli interrogatori dei cinque arrestati nel blitz Negli atti le intercettazioni dei colloqui con gli albergatori

Ischia, gli avvelenatori seguiti dal satellite

L’inchiesta: sui camion dell’Aragona servizi microspie Gps per controllare i movimenti.
I giudici: danni anche all’Asl
6 giugno 2009 - Gigi Di Fiore
Fonte: Il Mattino

L’albergatore a telefono ha fretta: «Quando vieni a farmi lo spurgo? Mi metti in difficoltà». Ci sono anche intercettazioni telefoniche negli atti dell’inchiesta dei pm Paolo Sirleo e Antonio D’Alessio, coordinati dall’aggiunto Aldo De Chiara, sui liquami scaricati in mare a Ischia. A parlare è spesso Giuseppe Pesce, socio con i fratelli Lucia e Vincenzo della società «Aragona servizi ecologia». Sono loro ad avere il monopolio sull’isola nello spurgo dei fanghi fognari di alberghi e case private. Ma si occupano anche di smaltimento di rifiuti tossici. Ad uno dei suoi camionisti, Pesce chiede, sempre a telefono: «Hai preso i soldi da quello? Ci vado io, allora». I carabinieri del Noe, delegati all’inchiesta, hanno intercettato telefoni, eseguito pedinamenti, controllato attraverso gps satellitari i tre camion della società. I cinque agli arresti domiciliari (oltre ai fratelli Pesce, anche Carolina Mingozzi, responsabile tecnico della società, e il chimico esterno Giuseppe Di Lauro, originario di Orta di Atella) saranno interrogati lunedì mattina dal collegio dei gip. Nel provvedimento cautelare di 130 pagine, viene disposto il sequestro della società, dei suoi uffici a Ischia Porto e dei tre camion, ma i giudici hanno rigettato la richiesta della Procura di sequestrare anche la società «Uniterra» di cui è socio accomandatario Giuseppe Pesce. Associazione a delinquere, traffico illecito di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, frode in pubbliche forniture e false fatturazioni sono le accuse, estese anche ai tre indagati con obbligo di firma: il trasportatore Gennaro Ciro Buono e i due autisti Filippo Valerio e Mario Albano. La Procura aveva chiesto il carcere per i cinque indagati ai domiciliari e l’arresto per quattro persone, tra cui le tre sottoposte invece all’obbligo di firma. Il collegio dei gip ha deciso in maniera diversa. Si legge nel provvedimento: «È stato perpetrato un duplice danno. L’aver corrisposto l’Asl Napoli2 rilevanti somme di denaro pubblico per l’espletamento di un’attività illecita di terzi, nella convinzione di ricevere invece un servizio corretto, ma anche la devastazione dell’ambiente per anni, con pericoli per la pubblica incolumità». Giuseppe Pesce, precedenti per un’estorsione e una prescrizione in un processo per usura, è da tempo nel settore spurgo e smaltimento rifiuti. Il meccanismo illecito sui rifiuti tossici viene spiegato nell’ordinanza. Per legge, quel materiale doveva essere trasportato su camion a tenuta stagna e con navi mercantili particolari. Secondo l’accusa, con la complicità del chimico esterno, invece, i rifiuti tossici, come i residui infetti di dialisi, venivano miscelati con fanghi e altri materiali da smaltire con false attestazioni di «non pericolosità». Indicazioni alterate e tutto veniva trasportato su normali camion e con navi passeggeri di linea in partenza da Casamicciola a costi molto inferiori. Diverso, invece, il criterio seguito per smaltire i fanghi prelevati dallo spurgo di fogne e pozzi neri in case private e alberghi. Si prelevavano e si gettavano nelle fogne che versavano direttamente a mare, senza portarli nelle discariche autorizzate sulla terraferma: oltre un milione di metri cubi di fanghi sarebbe stato smaltito in questo modo. Da qui le accuse. Codacons e Legambiente annunciano la costituzione di parte civile in un eventuale processo che dovesse scaturire dall’inchiesta che è stata denominata «Dirty island». Per ora, i nomi di una sessantina di albergatori sono segnalati nel rapporto dei carabinieri come clienti, probabilmente ignari dell’attività truffaldina, dei fratelli Pesce. Stupore tra gli operatori turistici e gli albergatori di Ischia, preoccupati sulle ripercusioni di un già difficile avvio di stagione estiva.

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