«Avanti a tutti i costi», era questa la parola d’ordine

5 giugno 2009 - l.d.g.
Fonte: Il Mattino Salerno

L’ordine di batteria era chiaro, una sorta di passaparola, un codice buono in decine di riunioni, di convegni, appuntamenti istituzionali e più informali colazioni di lavoro: «A tutti i costi». Espressione che sta «per andare avanti», non disturbare il lavoratore, non inceppare gli ingranaggi. È il gip Aldo Esposito, magistrato napoletano da nove anni in forza all’ufficio guidato dal presidente Bruno D’Urso, a chiudere con questa espressione la cosiddetta «retata dei professori». Un’inchiesta che attende il probabile vaglio del Riesame, mentre in queste ore stanno sfilando dinanzi al gip Esposito gli indagati per gli interrogatori di garanzia. Torre b del Palazzo di giustizia, piano numero 15, il primo a entrare è Giuseppe Vacca, l’ingegnere che per Fibe ha guidato gli impianti Caivano, Tufino e Giugliano, dal 2008 direttore dei lavori del termovalirizzatore di Acerra (struttura estranea all’inchiesta firmata da Esposito). Difeso dai penalisti Lucio Majorano e Giuseppe Fusco, Vacca si trova di fronte anche il pm Paolo Sirleo, titolare delle inchiesta accanto ai colleghi Giuseppe Noviello e Alessandro Milita. Si è difeso, è entrato nel tecnico, ricordando la genuinità dell’attestazione per la quale è finito ai domiciliari. Oggi, i difensori di Vacca presenteranno un’istanza di revoca dei domiciliari, con una serie di documenti ad integrazione dell’interrogatorio reso ieri. Ma per il gip, le esigenze cautelari nei suoi confronti restano attuali, proprio in relazione al ruolo assunto ad Acerra: «Se ricoprisse la carica di direttore di Acerra, con mediante le modalità pregresse, reitererebbe i reati già commessi, con adeguati rischi di danni per la pubblica incolumità per le finanze statali». Un lungo interrogatorio anche per il commercialista Vittorio Colavita, difeso dal penalista Francesco Picca, che ha ricordato di essersi occupato esclusivamente di aspetti contabili. Dinanzi al gip la procura insiste: come è stato nominato? Diretta la risposta: «Sono stato indicato da Alfonso Gambardella, con il quale vanto un’amicizia ventennale». Ex preside di Architettura, anche Gambardella entra nell’inchiesta della Procura napoletana. Per lui, spiega il gip, «non viene depositata richiesta di misura cautelare, presumibilmente per la sua età elevata». Ma nell’ordinanza di Esposito ci sono i nomi di altri professionisti, docenti del calibro dell’archiettato Cesarano (presidente di una delle commissioni di collaudo) e Giuseppe Catenacci (collaudatore dell’impianto di Pianodardine) che non hanno firmato relazioni conclusive, tanto da essere destinati ad uscire dalla vicenda giudiziaria. Ha infine ribadito la correttezza del proprio operato anche Filippo De Rossi (difeso dai penalisti Claudio Botti e Orazio De Bernardo), preside della Università del Sannio, collaudatore a Casalduni.

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