«Acerra, si va avanti come da programma»
La notizia degli arresti gli è arrivata quando era appena giunto a L’Aquila. Qui, nel capoluogo abruzzese, Guido Bertolaso ha letto i primi flash d’agenzia e, tutto sommato, pur dispiaciuto per l’ennesima inchiesta della magistratura, ha tirato un sospiro di sollievo con il suo staff. Perché si tratta di ipotesi di reato precedenti al suo primo arrivo sulla poltrona di commissario per l’emergenza rifiuti e, soprattutto, non ci sarà alcuna ripercussione, anche minima, sulla tabella marcia che si è imposto. Né per l’uscita della Campania dell’emergenza, né per l’entrata a regime del termovalorizzatore che a fine anno sarà gestito dalla A2A. Ad Acerra, nell’impianto, invece, già poco prima dell’ora di pranzo, i dirigenti di Fibe e Fisia pensavano al nome che potesse sostituire pro-tempore il direttore dei lavori Giuseppe Vacca, finito alle sette del mattino ai domiciliari assieme ad altre 14 persone per ipotesi di reato commesse più di quattro anni fa. Sconcerto, amarezza, rabbia da parte dei colleghi che si sentono ancora una volta sott’assedio ma nessun ritardo sugli ultimi lavori di adeguamento all’impianto che ieri ha funzionato regolarmente. Già perché l’indagine della Procura napoletana scalfisce l’inceneritore («Lo mette solo di nuovo in mezzo», taglia corto un tecnico impegnato nei lavori) solo per il nome di un indagato quando ricopriva la carica di direttore dei cantieri per gli impianti di Caivano, Tufino e Giugliano. Ma nulla più. E nessun anello di congiunzione c’è tra i vecchi incarichi e quelli assegnati dalla struttura commissariale nel momento in cui Bertolaso si è insediato per la seconda volta nel maggio scorso con la carica di sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Che, prima o poi, tra quei vecchi incarichi e quelli assegnati con la nuova gestione, ci potesse essere qualche intoppo come quello di ieri era stato messo pure in conto. Ma 12 mesi fa per spingere il piede sull’acceleratore e inaugurare l’inceneritore in pochi mesi non restava che una scelta: assorbire nel cantiere le stesse persone, gli stessi tecnici legati al vecchio gestore che ci stavano lavorando sino a quel momento. L’incidente di percorso di ieri, insomma, era stato già messo nel conto. Per questo ieri non è stata stata messa in campo alcuna strategia d’emergenza per il semplice fatto che nessuna attività subirà ritardi o stop per quello che è, spiegano dal commissariato, un intoppo che riguarda gestioni precedenti. E, infatti, ieri le attività all’interno dell’area militarizzata sono andate avanti regolarmente e l’unica cautela adottata dalle circa 300 persone, tra maestranze, tecnici e dirigenti, è stata quella di non parlare con la stampa o rilasciare dichiarazioni. L’ordine di scuderia è solamente quello di andare avanti, lavorare per il prossimo «step». Ovvero procedere alla sincronizzazione delle tre linee entro la prima settimana di luglio. Per questo ieri i tecnici sono stati impegnati in una nuova messa a punto con l’alimentazione a gasolio per passare di nuovo oggi a quella con i rifiuti. Poi nel pomeriggio, il consueto briefing per verificare se ci sono criticità. Niente per ora: le procedure di collaudo stanno procedendo secondo il cronopogramma.