Incredulità e polemiche a Pomigliano e a Benevento dopo il provvedimento nei confronti dell’ex rettore

Cimitile, arresto choc: «Misura ingiusta»

Lo sfogo del presidente dell’amministrazione provinciale in poche parole dettate al portavoce
4 giugno 2009 - Gigi Di Fiore
Fonte: Il Mattino Benevento

Gli arresti Pomigliano. C’è già gente, nel circolo «Il pettirosso» di piazza Primavera. Tra foto d’epoca e manifesti elettorali di Andrea Cozzolino, si commenta con stupore l’arresto di Nello. Questo è il regno di Michele Caiazzo, ex sindaco di Pomigliano, fondatore e animatore da due anni del luogo di confronto e dibattito aperto al popolo del Pd e non solo. Una sezione che sezione non è. Un circolo culturale che, da un mese, è sede del comitato elettorale di Andrea Cozzolino per le Europee. C’era anche Aniello Cimitile, il 28 aprile scorso, quando si inaugurò il comitato. Disponibile e pronto a schierarsi con quelli che, ai tempi del Pci, chiamava compagni. Tra la gente che va e viene nel circolo, tutte voci concordi. Tutti la pensano uguale: «Nello è una persona perbene, un intellettuale impegnato nella politica da quando aveva i calzoni corti. Ne uscirà presto». La casa dove a 61 anni il professore Cimitile è dal mattino agli arresti domiciliari non è distante. Lui è pomiglianese doc, non ha mai rinnegato la sua città, cuore e radice della sua cultura di vecchia matrice operaia ereditata dal padre. Nello vive in una traversa di via Selva, con la moglie e le due figlie grandi una laureata in ingegneria e l’altra studentessa di giurisprudenza. La casa ora suo luogo di detenzione, per quell’accusa sulla certificazione di collaudo al Cdr di Casalduni nel gennaio del 2006. Radici pomiglianesi, fabbrica e cultura marxista. La storia del professore Cimitile va quasi a braccetto con quella del Pci nella cittadina in simbiosi con l’Alfa Romeo prima e la Fiat dopo. Si chiamava Mimmo, il papà del professore. Era un operaio specializzato, fu tra i fondatori del Pci di Pomigliano e punto di riferimento per tutti i lavoratori dell’Alfa venuti a lavorare qui anche da altre regioni. Pane e politica, per Nello. Anche negli anni del liceo scientifico «Vincenzo Cuoco» a Napoli. Un impegno consolidato anche al Politecnico di Fuorigrotta dove si laureò in ingegneria. Testi sacri, leader di movimenti studenteschi e collettivi pomiglianesi. Tanti lo ricordano animatore e riferimento del circolo «Vincenzo Pandolfi», intitolato ad uno dei fondatori del Pci in città. «Io avevo dieci anni di meno di Nello e lo conobbi quando ero quattrordicenne - dice Michele Caiazzo - Con altri ragazzini, frequentavamo a casa sua dei corsi di formazione politica. Lui ci faceva studiare Gramsci e Marx, ci parlava del comunismo e degli ideali della sinistra. Un intellettuale, che sono sicuro uscirà presto dall’inchiesta. Gli arresti sono per me un provvedimento davvero esagerato, su un reato già sotto indulto». Ingegnere informatico, tra i maggiori esperti di software in Italia, già rettore all’Università del Sannio, per una manciata di voti non eletto in Parlamento nel 2001, Cimitile accettò di candidarsi alla Provincia di Benevento. E ce la fece, un anno fa, succedendo al primo turno da presidente a Carmine Nardone con il 55 per cento dei voti. A Benevento, un’ora di auto da qui, ha fatto sempre il pendolare. Sia all’Università, sia ora alla Provincia. Lo hanno sempre accompagnato altri: non ha la patente, non l’ha mai voluta prendere. Sono altre le sue passioni: una casa sommersa da libri di argomenti diversi, la musica tradizionale, la cucina. Ci sono ancora amici che ricordano le sue cene in Calabria d’estate, tra Maratea e Tortora. Lui ai fornelli, con ricette sofisticate, piatti ben guarniti. Qualche volta, anche se con meno tempo a disposizione, ha organizzato qualche cena d’inverno a casa sua pure a Pomigliano. Nella sua casa, si sono visti in passato anche gli artisti della Nuova compagnia di canto popolare. Lui, custode geloso di radici della sua terra, aiutò Roberto De Simone, Concetta e Peppe Barra nelle ricerche di canti della tradizione. Ma ora l’intellettuale, lo studioso, il cultore delle radici è detenuto in casa sua. Detta al suo portavoce alla Provincia di Benevento, Nello Manfrellotti, un breve commento: «Sono colpito da un provvedimento che ritengo ingiusto e errato, del tutto estraneo alla mia attività politica. Attendo fiducioso che la giustizia faccia il suo corso, convinto che il collaudo fu fatto con rigore». Oggi sarà già interrogato. Il suo avvocato, Claudio Botti, ha velocizzato i tempi per fare chiarezza. Dinanzi casa di Nello, c’è chi gli esprime solidarietà. Lui sorride dalle finestre chiuse, accanto alla moglie. Cerca di mantenersi sereno, tuffandosi nelle pagine di un libro.

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