AMIANTO

Ex Isochimica visite ai residenti «Stop all’incubo»

4 giugno 2009 - Amedeo Picariello
Fonte: Il Mattino Avellino

«Ed ora date certe. Finalmente c'è uno spiraglio in un dramma che per noi dura da almeno 15 anni». Accolgono con favore la notizia delle visite mediche, i residenti di Borgo Ferrovia per anni esposti come gli ex lavoratori dell'Isochimica al rischio amianto. L'iniziativa portata avanti dal Tribunale dei diritti del malato e adottata dal commissario dell'Asl di Avellino Albino D'Ascoli fa abbozzare un sorriso sui volti di tanta gente che ha già pagato un duro prezzo. È il caso della signora Rosa Capobianco. Suo marito è morto alcuni anni fa per un cancro ai polmoni. Aveva una sua ditta: lavorava come levigatore di pavimenti nella stazione ferroviara di Avellino negli stessi anni in cui in quell’area e nell'Isochimica si scoibentavano le carrozze dei treni: i pannelli di amianto venivano smontati e portati via. Dopo qualche tempo, l’uomo si è ammalato: un lungo calvario che lo ha portato ad un'atroce morte. Sia lui che la moglie, ma anche i loro figli, sono stati per lungo tempo esposti alle fibre killer dell'amianto che il vento trasportava ovunque. «Ogni qual volta spolveravo i mobili - dice la signora Rosa - vedevo in controluce queste pagliuzze di color argento che si depositavano in giro per casa. Non ci abbiamo mai fatto caso fino a quando non si è saputo dai danni provocati dall'amianto». Ha le lacrime agli occhi la signora quando racconta la tragedia che ha scosso la sua famiglia. «Mio marito è morto - aggiunge - ma io e i miei figli sono anni che stiamo male. Tutti abbiamo una tosse quasi perenne, mal di gola, allergie.Ben vengano queste visite mediche: è da tempo che diciamo che noi residenti di Borgo Ferrovia siamo soggetti a rischio almeno come gli operai». La signora Capobianco torna anche sulla vicenda relativa alla bonifica del sito che è in corso da circa un mese. «Si è fatto un gran parlare - afferma - ma ancora oggi noi residenti non ci sentiamo affatto sicuri». E dopo la decisione dell'Asl, sono tornati a parlare anche gli ex dipendenti: 350 addetti, alcuni dei quali si sono già ammalati. «È una notizia positiva - afferma Nicola Abrate - ma questa volta non vogliamo che ci prendano in giro come per il passato. Ci dicano quando saranno effettuate queste visite. La nostra Asl su questa questione sconta un ritardo pauroso. È dal 2001 che c'è un piano regionale per le persone esposte all'amianto. L'ultimo caso è di pochi giorni fa: un collega è tornato da Brescia dove si è sottoposto ad alcune cure specialistiche. Arrivato ad Avellino non ha ricevuto un'adeguata assistenza nonostante la sua malattia in fase conclamata. Sulla pelle della gente non si scherza».

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