«La casta della monnezza», la politica sott’inchiesta

4 giugno 2009 - Antonio Emanuele Piedimonte
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
I rifiuti della politica e la politica dei rifiuti. A dire quasi tutto è già il titolo: 'La casta della monnezza'. Ma anche il sottotitolo aiuta i più pigri: 'Dall’emergenza rifiuti alla crisi finanziaria, il ritratto di un Paese e di una classe politica sotto inchiesta'. 
In realtà il flop dei mercati non c’entra granché, ma di politici nei guai con la giustizia si parla molto in questo bel libro appena stampato dalla Newton Compton (oggi in libreria) e firmato da due giornalisti napoletani: Bruno De Stefano e Vincenzo Iurillo (con prefazione di Gianni Barbacetto). I nomi noti ci sono praticamente tutti: dal governatore Antonio Bassolino, al sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, passando per famosi ex ministri— in primis Vincenzo Scotti, Clemente Mastella e Alfonso Pecoraro Scanio — e parlamentari vari. Senza dimenticare sindaci, assessori e consiglieri. Il volume, un coraggioso libro-inchiesta, è un efficace viaggio nei meandri delle inchieste giudiziarie, penali e contabili, collezionate dalla classe dirigente campana nei vergognosi anni dell’emergenza rifiuti.

Scrivono nell’introduzione i due autori: «Basta fare un giro negli enti locali o spulciare le liste dei nominati in Parlamento grazie al meccanismo delle liste bloccate, per scoprire che la rappresentanza politica e parlamentare di queste terre vanta una quantità di indagati, imputati, condannati, salvati dalla prescrizione, inquisiti dalla Corte dei conti, che non ha uguali nel resto del Paese». Il volume, a dispetto delle 375 pagine (12,90 euro), ha le caratteristiche dell’instant book e dunque mette l’accento sulle vicende più recenti, a cominciare dalla cosiddetta 'inchiesta Romeo'. I due cronisti, poi, non hanno mancato di descrivere pure i passaggi acrobatici, le 'capriole' dei cambi di partito, le incoerenze e le contraddizioni di amministratori pubblici che si sono rivelati capaci delle più curiose alleanze e dei più spericolati 'salti della quaglia' pur di vincere un’elezione o giustificare una delibera, una dichiarazione, una presa di posizione indifendibile. Un quadro avvilente ma che rispecchia fedelmente la misera realtà campana, come scrive Gianni Barbacetto nella lucida prefazione: «Non solo e non tanto le fedine penali — che pure ci sono, stupiscono e indignano — ma storie politiche: perché inchieste giudiziarie e processi seguono il loro corso, accidentato e pieno di ostacoli, lungaggini, negazioni, prescrizioni; ma la decenza civile, morale e politica imporrebbe ben altri standard, ben altro rigore, anche a prescindere da carte giudiziarie e sentenze. Se li conosci li eviti, hanno scritto Peter Gomez e Marco Travaglio. Se poi continui a frequentarli, o a candidarli, o a votarli, allora avanti così: è la democrazia. Ma, dopo questo libro nessuno in Campania, partito o gruppo o singolo elettore, potrà dire, domani, che non lo sapeva».
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