L’assessore Mazzocca: fermarlo in quel modo mi sembra eccessivo

5 giugno 2009 - Luca Marconi
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
Nicola Mazzocca è professore ordinario di Sistemi di elaborazione presso il Dipartimento di Informatica e Sistemistica dell’ateneo federiciano nonché assessore regionale all’Innovazione e già consigliere del ministro per l'Innovazione. Conosce i docenti universitari coinvolti nell’indagine «Green».
Raggiunto al telefono in serata all’aeroporto di Capodichino, spiega: «Sono tornato da Casablanca due minuti fa dove ho rappresentato la Regione Campania invitata alla festa della Repubblica italiana in Marocco, ho letto solo in aereo dei 15 tecnici e professori universitari agli arresti per i collaudi agli impianti di Cdr».

Professore, cosa ne dice?
«La maggior parte di loro, i professori coinvolti, hanno una estrema competenza sia morale che culturale. Quando hanno ricevuto l’incarico credo fossero tutti presidi di facoltà, persone rappresentative dell'Ingegneria campana insomma. Conosco tutti: Cimitile, Naso, Greco, De Rossi, Mastrullo, hanno una competenza scientifica elevatissima. Il collaudo è una azione tecnica. E avranno la possibilità di rispondere alla magistratura.
Che sui rifiuti deve obbligatoriamente fare il suo corso».

Un terreno minato, i rifiuti.
«Sono il problema principale in Campania e richiede soluzioni guidate, controllate. Non è un terreno semplice sia per le soluzioni logistiche, gli impianti, che per la riduzione a monte da attuare con la raccolta differenziata o un packaging alternativo».

La Procura parla di carte fasulle su tritovagliatura e qualità dei rifiuti.
«Non saprei, sono questioni tecniche alle quali gli esperti coinvolti sapranno rispondere con competenza».

Parla di differenziata ma in futuro è in serbo la costruzione di altri inceneritori.
«Con la differenziata il sistema degli inceneritori diventerà sempre meno significativo, in questo momento serve da un lato una risposta immediata ma dall'altro una ecologica che possa portare a rifiuti zero».

Un docente universitario salernitano coinvolto nella stessa indagine, appena rientrato in Italia è stato ammanettato dalla Dia alla scaletta del suo aereo a Fiumicino.
«Io credo che le azioni di polizia vadano commisurate alle persone, Cardone non stava scappando ma stava rientrando in Italia.
Francamente mi pare una azione un pò forte».

Lei la accetterebbe ora una consulenza sui rifiuti?
«Non è la mia materia ma resto convinto che l’università possa e debba aiutare il territorio mettendo a vantaggio della comunità le proprie competenze».
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