"Là sotto un cimitero di veleni" risultati choc dai primi test

8 gennaio 2008 - Irene De Arcangelis
Fonte: Repubblica Napoli

È una giornata convulsa, alla centrale operativa della Questura di Napoli. I telefoni del 113 sono bollenti, centinaia le chiamate da Napoli Ovest. L´area di Pianura che non è solo Pianura. È Fuorigrotta, Soccavo e Bagnoli, Quarto e Pozzuoli. Sono richieste di aiuto di cittadini. C´è chi è bloccato nel traffico da ore, chi non può arrivare a casa e chi non può uscire nonostante motivi urgenti. È la paralisi. E poi ci sono i manifestanti: bambini, persone anziane, mamme di famiglia. Non ci sono terroristi o pericolosi criminali.
E infine la valutazione dei massimi esperti di ordine pubblico, riuniti in un comitato per l´ordine e la sicurezza al tavolo del prefetto Alessandro Pansa, si dirige verso il buonsenso: «Andiamo via, allentiamo la morsa». Poco dopo funzionari che erano in servizio senza sosta da almeno due giorni tornano a casa. È il segnale che non ci saranno contrordini.
Una scelta, quella della polizia di lasciare il campo della discarica di Pianura (in mattinata quaranta camion carichi di ghiaia non erano riusciti a superare i blocchi), che in un primo momento viene fraintesa. Si pensa che la discarica di Pianura non verrà riaperta. Ma è la stessa polizia napoletana a rettificare: le forze dell´ordine (duecento uomini dei reparti per ogni turno e dodici volanti) vanno via dalla zona della discarica perché la tensione è altissima a fronte di una protesta di manifestanti pacifici. Una protesta che sta creando troppi problemi anche ai residenti di altri quartieri. Fatto sta che, un´ora dopo l´allontanamento delle forze dell´ordine - che restano discretamente alla larga, lungo le strade di Pianura e Quarto - il traffico comincia a defluire. Si respira. Mentre, in maniera meno ufficiale, in Questura si fa capire velatamente: se stanotte (la notte appena trascorsa, ndr) dovesse venirci chiesto di scortare i camion con il brecciolino per allestire la discarica, verrà chiaramente sottolineato che la situazione di ordine pubblico non lo consente. Non è il momento più opportuno. È il momento della tregua perché anche l´ordine pubblico ha le sue regole.
Una pausa durante la quale si dovrà riflettere soprattutto sui rischi nascosti sotto la discarica. Un sito che è stato requisito senza conoscerne i rischi nascosti sotto terra, mentre il sopralluogo da parte dei tecnici del commissariato era stato fatto, una settimana fa, a distanza di sicurezza. Rimanendo a bordo dell´elicottero della polizia.
La discarica "Elektrica" a Contrada Pisani ha due spazi utili. Uno è destinato allo stoccaggio delle ecoballe sulla collina che nasconde l´immondizia di 40 anni, ecoballe che ora occupano gli impianti di Cdr, bloccandone l´attività. L´altro è il fosso, con una capacità di 1,8 milioni di metri cubi. È questo lo spazio scelto come discarica, ma richiede tre mesi di lavori perché siano rivestite di argilla le pareti interne, rese quindi impermeabili per evitare infiltrazioni nel sottosuolo e alle coltivazioni vicine. Tempi lunghi quindi ma una discarica che non presenta insidie.
Insicuro è invece lo spazio per la prima fase, lo stoccaggio. Alcune imprese captano ancora biogas per l´Enel, nella collina alta 205 metri. Un trattore cingolato dell´impresa "Simont" scelta per i lavori ha compresso la superficie: è sgorgata una sostanza liquida e densa, color petrolio. Potrebbe essere percolato, sostanza altamente tossica. Saranno effettuate le analisi, ma è quasi certo che il terreno sia impregnato di veleni. Un sopralluogo ufficioso ha rilevato che solo una piccola parte della prima piazzola di diecimila metri quadrati è stata allestita. Poi i lavori si sono fermati. È mancata, secondo i manifestanti che hanno consultato i geologi, una "istruttoria tecnica preventiva" con indagini ("carotaggi") e prove di staticità. La "messa in sicurezza" della discarica richiede un´attività lunga e complessa, difficile da realizzare.

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