Rifiuti, gli operai del Cdr protestano
«Siamo indignati. Non è certo per colpa nostra se la raccolta differenziata ad Avellino non funziona e accusa ritardi. Le responsabilità sono altrove. Ora basta: siamo pronti a protestare». Non ci stanno gli operai del Cdr di Pianodardine. Insieme ai loro sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione. A fine settimana terranno un'assemblea: all'ordine del giorno la proclamazione di uno sciopero come forma eclatante di contestazione. Ce l'hanno con il presidente del Cosmari Av1, Antonio Caputo, e con l'Asa. «Ma quale ritardi nei conferimenti - dice Sabino Panarella - così si mette in discussione il nostro lavoro. Il Cdr apre alle 6 e chiude alle 16,30 del pomeriggio». Ed in effetti il giorno dopo il blitz del presidente Caputo che l'altro giorno è piombato a Pianodardine per documentare di persona le lunghe attesa a cui sarebbero costretti i compattatori dell'Asa, ieri mattina lungo la strada di accesso al Cdr non c'era nessuna fila di mezzi carica di immondizia. «Ditelo a gran voce - aggiunge ancora Panarella che lavora nel Cdr - qui le file non si fanno. Sono i camion dell'Asa - ribadisce - che a mezzogiorno di punto in bianco fanno retromarcia e vanno via senza attendere il proprio turno per smaltire. Chiedetelo all'Asa e al Cosmari il perché i dipendenti vanno via». Anche gli operatori del Cdr confermano le accuse che la Fiom Cgil aveva lanciato qualche giorno fa e che facevano riferimento a problemi interni sia al consorzio che alla società di viale Italia. Per il presidente Caputo, invece, sono proprio i ritardi nello smaltimento che provocano la mancata raccolta in città. «Se i nostri mezzi sono fermi al Cdr come possiamo impegnarli nel servizio per le strade di Avellino», ha ribadito a gran voce qualche giorno fa Caputo. «Certo che ci sentiamo offesi - ha replicato sempre Panarella - innanzitutto perché questo scaricabarile avviene nel pieno della campagna elettorale. Qui c'è qualcuno che vuole strumentalizzare questa questione».