Termovalorizzatore nel mirino gli atti del collaudo
Un ordine di esibizione della «documentazione relativa al termovalorizzatore di Acerra, afferente la nomina dei componenti della commissione di collaudo», indirizzato al cosiddetto «rup», il responsabile della sicurezza e collaudatore statico. Due pagine con l’intestazione della polizia tributaria della Guardia di Finanza per giustificare il nuovo provvedimento della Procura di Napoli sul ciclo smaltimento rifiuti in Campania. È un nuovo step dell’inchiesta condotta dai pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, che punta dritto alle commissioni di collaudo degli impianti cdr in Campania e dello stesso termovalorizzatore ai tempi della gestione commissariale dell’emergenza. Una mossa in due tempi: da un lato la richiesta di esibizione atti, dall’altro - probabilmente su un binario separato e parallelo - l’interrogatorio di un teste, come persona informata dei fatti. Si tratta di Michele Mirelli, responsabile unico del procedimento, titolare del funzionamento degli impianti. Collaudi e sicurezza, collaudatori e reale funzionamento di impianti e termovalorizzatore sono centrali nella doppia inchiesta sul commissariato di governo istruita a Napoli, in uno scenario normativo cambiato da qualche mese: con il decreto Berlusconi e la nascita della superprocura in materia ambientale, solo il procuratore Lepore può indagare o delegare indagini sul commissariato. Ma cosa ha ottenuto la finanza dopo il «blitz» ad Acerra? Ecco alcuni documenti ottenuti: un’ordinanza del 2006 della Protezione civile; un’ordinanza di Catenacci con la nomina del collaudatore statico; note della Fibe dal 2000 al primo dicembre del 2008.