Sodano: Acerra, non c’è controllo per le emissioni
2 giugno 2009 - Fabrizio Geremicca
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
«Nessuno sa oggi cosa fuoriesca dai camini dell’inceneritore di Acerra». Lo dice, e lo scrive in un esposto presentato ieri alla Procura di Napoli, Tommaso Sodano, l’ex presidente della commissione Ambiente al Senato, ora candidato di Rifondazione alla presidenza della Provincia. Chiede il sequestro dell’impianto e spiega perché.
«La fase di collaudo e di esercizio provvisorio del termovalorizzatore, contrariamente alle prescrizioni della Commissione di valutazione di impatto ambientale, avviene con l’utilizzo di rifiuti tal quale e senza che siano stati realizzati gli interventi di bonifica ambientale del sito. Né funziona il sistema di controllo delle emissioni attraverso l’installazione dei prescritti sistemi di monitoraggio del mercurio, di prelievo di microinquinanti organici e di monitoraggio delle emissioni al camino». Ad oggi, infatti — argomenta Sodano — le uniche centraline che verificano la qualità dell’aria sono le 3 gestite dall’Arpac, distanti fino a 5 km dai camini. I valori che registrano non sono dunque direttamente riconducibili all’attività dell’inceneritore. «Peraltro — sottolinea Sodano — evidenziano un superamento dei limiti di emissioni delle polveri sottili per 17 giorni su 60 e per ben 11 volte negli ultimi 14 giorni». Nella denuncia, l’esponente comunista chiede anche il sequestro della discarica di Chiaiano: «E’ in una zona sismica e soggeta a ripetute frane, l’ultima nella notte tra il 29 e il 30 maggio ». Auspica poi che la Procura accerti perché, «nonostante gli ampi poteri straordinari conferiti al Commissariato e i fondi destinati ed in parte investiti, non funzioni ancora un solo impianto di compostaggio in provincia di Napoli». Su questo punto, interviene l’assessore all’Ambiente della Regione Campania, Walter Ganapini. Dice: «C’è un finanziamento europeo da 100 milioni, bloccato perché è in corso una procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea nei confronti dell’Italia, proprio per la pessima gestione dei rifiuti». Supplisce la Regione attingendo ai Fondi per le aree sottosviluppate(Fas) che sono nazionali. Si prevedono 10 impianti con una capacità da 40.000 tonnellate annue ciascuno». Tuttora teorici, però. «Stiamo aspettando — conclude — quel che deciderà Bertolaso per gli Stir, gli ex Cdr».