Giugliano si appella al tribunale "Chiudete subito l´impianto"
Giugliano ha fretta, va in tribunale. «I cittadini sono stremati, mi dispiace per il prefetto», si scusa il sindaco, Francesco Taglialatela. Il Comune chiede che sia chiuso subito il centro di stoccaggio raccoglie ogni giorno duemila tonnellate di ecoballe imperfette, "immondizia tritovagliata" come si legge correttamente nelle bolle di consegna da quando Alessandro Pansa è passato alla guida del Commissariato all´emergenza rifiuti.
I legali, guidati dall´avvocato Raffaele Pacilio, hanno presentato ricorso urgente, ex articolo 700 del codice di procedura civile. Oggi la ottava sezione, giudice Pepe, fissa la data dell´udienza: appuntamento in settimana.
Oliva è il relatore del collegio che giudica anche la controversia tra Commissariato e cittadini casertani del villaggio Saint Gobain a San Nicola La Strada. Contestano la discarica di Lo Uttaro, che sotto la responsabilità del presidente della Provincia De Franciscis e la gestione della società Acsa-Caserta 3, doveva ricevere trecentomila tonnellate di ecoballe prodotte dal Cdr di Santa Maria Capua Vetere, rifiuti della sola area casertana. Il sindaco Nicodemo Petteruti aveva firmato in primavera con Regione, Provincia e l´allora commissario Bertolaso il protocollo di intesa. Ma si è polemicamente schierato contro l´attività della discarica, dopo aver letto il parere del perito Salvatore De Rosa, un docente universitario nominato dal tribunale. De Rosa ha confermato rischio di inquinamento in una falda acquifera e «grave pericolo per la salute dei cittadini». Da allora, Petteruti si è opposto e con una ordinanza ha bloccato Lo Uttaro. Alla sentenza dell´ottava sezione civile è stato chiesto ora di confermare la chiusura. Si è formalmente opposto l´avvocato dello Stato, Cira Sannino, chiedendo che fosse affidata la perizia ad un nuovo esperto. Ha motivato la sua richiesta, i giudici si sono riservati di decidere.
Ripete l´iter giudiziario Giugliano, 120mila abitanti, al centro di sette impianti. Pansa ha chiesto a Prodi di sancire l´apertura di nove centri di stoccaggio la scorsa settimana, per poter chiudere Giugliano. «Ma la reazione dei Comuni interessati scoraggia, voglio vederci chiaro», spiega Francesco Taglialatela, che guida l´attacco di Giugliano «in tutte le possibili sedi». Annunciò pure che si sarebbe costituito parte civile nell´udienza preliminare del 26 novembre, primo processo sui rifiuti, tra i 28 imputati Bassolino, l´ex subcommissario Raffaele Vanoli, imprenditori e dirigenti di Fibe, docenti e tecnici.
Nel ricorso si legge che la città è angustiata. «Attraversata da mille camion al giorno, carichi di ecoballe non a norma» e rileva che è in forte sofferenza tutta l´attività agricola, «con danno alle colture e rischio di inquinamento», oltre al cattivo odore che «piega la resistenza dei cittadini». Taverna del re è il cdr contestato, si estende fino a Villa Literno lungo cento ettari.
Il Comune di Giugliano cita in giudizio il Commissariato, ma chiede che siano definiti il ruolo e le responsabilità o almeno ascoltati come testimoni Commissariato Bonifiche, Fibe, Presidenza del Consiglio dei ministri, Ministeri della Salute, Regione Campania, Province di Napoli e Caserta, Asl Napoli 2 e Caserta 2, Villa Literno, Consorzio di bonifica del Volturno, Wwf e Legambiente.
«Voglio capire quali dimensioni hanno espropri e nuove opere e se coincidono nel tempo con quanto promesso dal prefetto, mi sembra che l´impresa tenda ad andare oltre», dice il sindaco che ieri non ha potuto parlare con Alessandro Pansa, ci riprova oggi. Le scadenze sono state già annunciate: entro il 20 novembre chiusura delle ecoballe alcune squarciate nella tela che le compatta, 20 dicembre stop agli arrivi che superano ormai la quota di 2mila tonnellate al giorno. Il presidio non è stato mai rimosso. «Assiste impotente ma non rassegnato». Il sindaco ha saputo che molti cittadini sono pronti a costituirsi in giudizio. «Battaglia comune». È prevista una udienza molto affollata.