Brucia il deposito di ecoballe, giallo e paura a Taverna del Re

Lotta contro il fuoco fino a notte
Timori per la nube tossica
30 maggio 2009 - Tonia Limatola
Fonte: Il Mattino

Taverna del re in fiamme Giugliano. In fiamme le balle di rifiuti del sito di stoccaggio di Taverna del Re, chiuso a dicembre scorso dopo tre anni di attività. L’incendio è scoppiato, per cause ancora da accertare, alle dieci di ieri mattina e per tutto il giorno i vigili del fuoco hanno lottato contro le fiamme alte, continuamente alimentate dal vento, rimaste limitate alla piazzola numero otto, al confine con Villa Literno. Sul posto sono arrivate tre squadre e sette autobotti, assieme al nucleo per le rilevazioni atmosferiche. Fino a notte sono andati avanti gli interventi di copertura dei rifiuti col terreno per rendere innocue le braci. I precedenti sono numerosi. Ai primi caldi scoppia l’incendio e l’aria si riempie di fumo e di diossina, che ricade sui terreni circostanti coltivati a pomodori e fragole. Preoccupato il sindaco di Giugliano, Giovanni Pianese: «Mi è stato riferito - commenta - che le fiamme si sarebbero sprigionate per autocombustione su una piazzola più vecchia, siamo nel mese di maggio, ad agosto con le temperature elevate cosa accadrà? Bisogna fare presto nel provvedere alla rimozione delle ecoballe dei rifiuti». Per gli ambientalisti si tratta di un disastro annunciato. «Dal 2005, vanno a fuoco a turno l’ex impianto di Cdr, le discariche Resit. Questo è il secondo incendio che scoppia a Taverna del re - dice Raffaele Del Giudice, direttore regionale di Legambiente - Evidentemente gli incendi servono perché non è possibile lasciar scoppiare una bomba ecologica su questo territorio ogni estate. Questo sito è violabile e insicuro, lo abbiamo detto mille volte». E infatti accedere nell’area - che ospita sei milioni di balle di rifiuti - dai varchi lungo i viottoli di campagna sembrerebbe una cosa da ragazzi. Ne è convinta anche Lucia De Cicco, la donna che due anni fa si diede fuoco per ottenerne la chiusura. «Mancano i controlli e anche la manutenzione ordinaria - dice – Nessuno provvede a ripulire le erbacce e a tenere sotto controllo gli accessi. Senza contare che anche le manichette anti incendio sono insufficienti. Basta niente per far scoppiare l’inferno: lo abbiamo denunciato più volte, invano». Il sito è stato chiuso la prima volta a dicembre 2007 e poi riaperto più volte nel corso dell’anno scorso. Non accoglie più nuovi sversamenti da dicembre 2008.

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