Ecco l'inchiesta che allarma Bertolaso
NAPOLI (30 maggio) Siti di stoccaggio e tonnellate di rifiuti passati da una mano all'altra, trasferiti dalla gestione privata a quella pubblica nei giorni in cui la Campania provava a lasciarsi alle spalle la crisi rifiuti. È da qui che parte l'inchiesta «top secret» sulla gestione governativa dell'emergenza in Campania, è da qui che nascono le indagini che tanto hanno fatto arrabbiare in questi giorni Guido Bertolaso.
Un'inchiesta che parte dal solco del processo Romiti-Bassolino, che ha provocato la reazione del numero uno della Protezione civile, che due giorni fa ha ricordato l'imbarazzo per gli interrogatori di generali e commissari in Procura a Napoli.
La svolta si registra tra settembre e ottobre. Bastano due settimane al pm Giuseppe Noviello (titolare dell'accusa a carico del commissariato antirifiuti assieme al collega Paolo Sirleo) per ascoltare nel suo ufficio alcuni «commissari ad acta» che hanno ereditato da pochi mesi la gestione degli ex impianti di cdr in Campania.
Una mossa che ha fatto scattare il livello di allarme nel pool antirifiuti: quei siti di stoccaggio - secondo gli inquirenti - sono nient'altro che discariche a cielo aperto, a causa della (critica) gestione del ciclo di smaltimento rifiuti in Campania. Sono «corpo del reato» della presunta truffa che chiama in causa imprenditori e pubblici amministratori: discariche che tocca alla Fibe (grande imputata nel processo rifiuti) smaltire, con costi che spetta al gruppo Impregilo e non allo Stato affrontare.
Stesso discorso per le «balle» stoccate e trasmesse da Fibe ai commissari ad acta: sono «spazzatura», non andavano stoccate in Campania - ragionano gli inquirenti - vanno rimosse a spese della Fibe. Di qui gli interrogatori dei nuovi potenziali testimoni. Tecnicamente si tratta di «sit», (sommarie informazioni), a carico di soggetti non indagati, va chiarito, ma potenzialmente informati dei fatti. Di qui la sfilata di generali (anche a tre stelle) di alti esponenti del sottosegretario Bertolaso, di ufficiali messi a gestire gli ex cdr, diventati con il decreto Berlusconi «stir» (stabilimenti di tritovagliatura).
In pochi giorni in Procura, arrivano Marcello Fiori, capo missione del coordinamento Protezione civile del sottosegretario all'emergenza rifiuti; il generale di brigata Sandro Mariantoni, capo missione tecnico operativa; Franco Giannini, vicario del sottosegratario Bertolaso; Gianfranco Giardella, commissario ad acta. Ma cosa vuole sapere il pm Noviello dagli uomini nuovi del governo? La domanda ricorrente è questa: siete al corrente del fatto che siti di stoccaggio e rifiuti sono sotto sequestro? Sapevate che tocca alla Fibe la rimozione di montagne di rifiuti?
Laconiche, in alcuni casi, le risposte: «Forse - spiega un commissario - siamo stati tratti in inganno dall'espressione "siti"». E ancora: «Non sapevo che erano sotto sequestro, avevamo chiesto chiarimenti in Protezione civile, senza avere risposte».