I cumuli di rifiuti restano nelle strade A Taverna del Re ecoballe in fiamme

30 maggio 2009 - Stefano Piedimonte
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
«I miei autisti? Ora co­noscono la Campania come le proprie tasche». Scherza così Sauro Secone, sindaco di Quarto. Il suo è un comu­ne che produce 50 tonnellate di spaz­zatura al giorno, e dopo averne accu­mulate 250 aggiuntive, nei giorni scorsi, è stato costretto a perdere tre conferimenti per via dell’eccessiva di­stanza che lo separa dal sito di sversa­mento.
«L’ordinario va conferito a Sant’Ar­cangelo Trimonte, in provincia di Be­nevento, mentre lo straordinario va a Giugliano, nell’ex impianto di cdr». Così indica il dispositivo inviato dalla presidenza del Consiglio dei Ministri ai comuni napoletani, che ormai è un vero e proprio bollettino. «Abbiamo scaricato anche a Pantano, a Casaldu­ni, nella stessa Giugliano. Ho visto po­sti di cui non conoscevo neanche l’esi­stenza. Gli ordini cambiano di volta in volta a seconda del bollettino, e di volta in volta cambia il tragitto dei ca­mion ». Quella di Secone non è una cri­tica alla struttura di governo, che se­condo il primo cittadino «sta facendo miracoli». Il problema, dice il sinda­co, è che «Terzigno, nei progetti la più grande discarica, non è ancora partita. Le discariche sono sempre quelle, se poi non funziona neanche il termovalorizzatore, cosa è cambiato rispetto a prima? Che i cdr adesso si chiamano stir? Non mi sembra una svolta decisiva». Intanto la spazzatura per strada c’è ancora, anche se in quantità inferiore: tra Pianura e Quar­to i cumuli a bordo strada non sono un’invenzione dei giornali né un ri­cordo «di sei mesi fa», come ha asseri­to nei giorni scorsi il sottosegretario Guido Bertolaso. Non solo rifiuti ordi­nari, ma anche elettrodomestici, ma­teriali edili, mobili, copertoni e pezzi di automobile. La fragilità di un siste­ma di smaltimento che, evidentemen­te, non ha ancora raggiunto la sua pie­na maturità, combinata con l’abitudi­ne (quando non la professione) incivi­le di scaricare rifiuti ingombranti do­ve capita. Via Santa Maria a Cubito, a Giugliano, ieri traboccava d’immondi­zia. Cumuli anche nei Quartieri Spa­gnoli, e a pochi passi dalla sede della Provincia e del Comune di Napoli. «Loro dicono che l’emergenza è finita — sbotta il dipendente di un’officina meccanica pianurese — mentre noi ogni giorno dobbiamo fare i conti con i topi». La situazione nel comune di Quarto potrebbe appesantirsi nei giorni a venire poiché, come spiega il sindaco, gli orari di apertura delle di­scariche sono piuttosto brevi. Dal lu­nedì al venerdì sono aperte dalle 8 al­le 14, mentre il sabato e nei giorni fe­stivi i cancelli chiudono già alle 12. Fi­no al 3 giugno resterà in vigore il di­spositivo di conferimento attuale, par­tito ieri, che prevede le seguenti quan­tità di rifiuti per ogni comune (espres­se in tonnellate): Marano 82, Melito 50, Qualiano 33, Quarto 47, San Giu­seppe Vesuviano 40, Palma Campania 11, Massa di Somma 8, Marigliano 25, Mariglianella 7, Castello di Cisterna 3, per un totale di 110 tonnellate. Il co­mune di Quarto dispone di un «confe­rimento straordinario» pari a 30 ulte­riori tonnellate. «Con queste distanze — spiega Secone — un camion può effettuare solo un viaggio al giorno. La situazione migliora sensibilmente quando possiamo giovare di un confe­rimento straordinario, ma se poi dob­biamo andare a scaricare così lonta­no, i benefici rischiano di svanire. E comunque, si tenga presente che que­sta è una sorta di soluzione tampone. Il problema reale sono i finanziamen­ti per la raccolta differenziata. Se non arrivano quei finanziamenti, non riu­sciremo mai ad avere una vera svolta, a percepire una differenza sostanzia­le ». A Taverna del Re, i vigili del fuo­co hanno dovuto fare i conti, ieri, con un incendio sviluppatosi nel deposito di ecoballe. Si è reso necessario l’inter­vento di ben sette squadre per spegne­re le fiamme — di origine non dolosa, sembrerebbe — sviluppatesi rapida­mente. E ad Acerra, resta ancora spen­to il termovalorizzatore: necessita an­cora di manutenzione il guasto che ha provocato lo stop.
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