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Rifiuti, la Regione cancella un inceneritore

Nel piano del dopo-Bertolaso escluso l’impianto di Santa Maria la Fossa. Differenziata, obiettivo 65 per cento
26 maggio 2009 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Pubblicato sul Burc il piano rifiuti della Regione. Un documento che parte, ovviamente, dallo screening dell’esistente per puntare sull’abbattimento radicale delle quantità di spazzatura da smaltire. Lo strumento principe da utilizzare, nelle intenzioni della Regione e dell’assessore all’Ambiente, Walter Ganapini, dovrebbe essere quello della raccolta differenziata che dovrebbe lievitare fino a punte del 65 per cento. Per raggiungere il traguardo è prevista anche una campagna contro l’acqua minerale e a favore di quella che arriva dal rubinetto. Il piano evidenzia punti di consonanza con la legge 123 del 2008 (quella varata a Napoli con un decreto nel primo consiglio dei ministri), ma anche distanze di non poco conto. Il tutto nella prospettiva della fine dell’emergenza fissata per legge al 31 dicembre del 2009. La Regione, infatti, prevede di «riportare ad efficienza una impiantistica di selezione e pretrattamento» dei rifiuti. Insomma, nelle intenzioni dell’assessore Ganapini, gli Stir (ex cdr) dovrebbero tornare a produrre quel combustibile da rifiuti che finora non sono mai stati capaci di generare. Anche sul capitolo termovalorizzazione si registrano differenze. La Regione, infatti, lascia sospeso il capitolo del termovalorizzatore di Santa Maria La Fossa «a proposito del quale sono però in corso approfondimenti da parte della competente autorità giudiziaria e si registra una decisa opposizione da parte della Provincia di riferimento». Un nota significativa visto che dal 31 dicembre le competenze torneranno alla Regione che potrebbe decidere di cancellare l’impianto. E, d’altra parte, la termovalorizzazione non sembra essere l’unica opzione messa in campo dalla Regione che a pagina 15 del piano prevede di «valutare, ove tecnicamente possibile e ambientalmente compatibile, il conferimento a utenze terze (centrali termiche, gassificatori) del combustibile derivato dai rifiuti urbani». In questo modo sarebbe possibile smaltire i sei milioni di tonnellate di balle accumulate negli anni scorsi in Campania. Nel capitolo dedicato alla «gestione del pregresso», si esclude, infatti, di poter bruciare il materiale «mummificato» ad Acerra e si sostiene che uno dei possibili interlocutori potrebbe essere l’Enel che «dispone di una tecnologia innovativa di combustione senza fiamma». In alternativa si potrebbe realizzare un impianto di gassificazione visto che ci sarebbe la disponibilità del comune di Villa Literno ad ospitarne uno. Nel piano regionale si punta, poi, al recupero degli impianti acquistati negli anni passati dal commissariato di governo e mai entrati in funzione. A cominciare da quelli di selezione meccanica e trattamento biologico.

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