Napoli: il procuratore sotto assedio «Avanti con le indagini»

Alta tensione in procura mentre si attende una svolta per la prossima settimana
29 maggio 2009 - Fiorenza Sarzanini
Fonte: Corriere della Sera

NAPOLI - Lo sanno bene alla Procura di Napoli che il livello del­lo scontro si è alzato «e qui c'è qualcuno che gioca a farci perdere la testa». Lo sanno che le inchieste sui rifiuti possono mettere in diffi­coltà il governo, dunque appaio­no preparati a subire gli attacchi. Eppure nessuno si aspettava che potessero arrivare da Guido Berto­laso, indagato per traffico di rifiu­ti, falso e truffa nell'ambito dell'in­chiesta «Ecoballe». Anche perché era stato lo stesso procuratore Gio­vandomenico Lepore - al mo­mento di stralciare la sua posizio­ne e quella del prefetto Alessan­dro Pansa dal filone d'inchiesta principale - a sottolineare la vo­lontà di «non intralciare l'attività istituzionale svolta per far fronte all'emergenza rifiuti». L'alto magistrato impiega qual­che ora prima di diramare una no­ta ufficiale: ha il problema di non creare nuove fratture interne, ma anche di dimostrare che ha il pie­no controllo della situazione, dun­que si consulta con i suoi sostituti e con l'aggiunto Aldo De Chiara che ha la delega ai reati ambienta­li. Chiarisce che «tutti gli atti di in­dagine svolti dai diversi magistra­ti risultano compiuti nel pieno ri­spetto delle norme processuali» e sottolinea come «nell'espletamen­to delle sue specifiche funzioni questo ufficio continuerà ad accer­tare le eventuali violazioni di leg­ge costituenti reato nel rispetto delle norme vigenti».

Parole che appaiono scontate per una norma­le Procura, ma qui hanno un peso specifico visto che il decreto ap­provato un anno fa dal governo e poi trasformato in legge impone che in Campania tutte le indagini sui rifiuti debbano essere gestite dal procuratore. Prima di Bertolaso era stato l'av­vocato Alfonso Stile, per conto del­la società Impregilo, a depositare un esposto per sapere come mai i due pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo - titolari dell'inchiesta av­viata nel 2003 - continuino a svol­gere accertamenti. Sono proprio lo­ro ad aver firmato i provvedimenti per l'acquisizione di atti consegnati la scorsa settimana dalla Guardia di Finanza ai funzionari del Commis­sariato di governo gestito da Berto­laso e ai responsabili della Fibe. Sempre loro hanno interrogato set­te giorni fa Michele Mirelli, il diret­tore del termovalorizzatore di Acer­ra. «Indagini vecchie», assicurano in Procura ma poi non negano le vo­ci che si rincorrono e parlano di nuovi provvedimenti che potrebbe­ro arrivare la prossima settimana. Lepore smentisce Bertolaso affer­mando che «non risultano interro­gatori di generali» e chiarisce che «qualcuno è stato sentito solo a sommarie informazioni, non come indagato». In realtà nei mesi scorsi diversi alti ufficiali - nominati commissari dei siti di stoccaggio e degli altri impianti - erano stati ascoltati. «Ma nei loro confronti non c'è nulla di nuovo», si ribadi­sce. Svolte investigative sono però attese a breve e questo contribui­sce a far salire la tensione.

Che il cli­ma sia di grande tensione è costret­to a riconoscerlo anche il procura­tore generale di Napoli Vincenzo Galgano. «Non risulta che siano state compiute azioni particolar­mente vessatorie - risponde a chi gli chiede un commento sulle paro­le di Bertolaso -, ma capisco che lui voglia esprimere il disagio di chi lavora al suo fianco. Qui l'am­biente è molto surriscaldato e co­munque chiederò chiarimenti al procuratore Lepore prima di pren­dere una posizione ufficiale». Più volte nelle ultime settimane Lepore si è sfogato con i suoi colla­boratori per stigmatizzare le pole­miche che alla fine hanno finito per «danneggiare tutti e dare un'imma­gine sbagliata. Si è arrivati a farmi passare come uno che vuole difen­dere Berlusconi e invece io voglio soltanto dimostrare la correttezza del mio ufficio». Certo, all'unità del­la Procura non ha contribuito la sua scelta di lasciare fuori dall'in­chiesta dello scorso anno Bertolaso e Pansa. E adesso che quegli atti po­trebbero passare per competenza a Roma - tra gli indagati c'è il magi­strato Giovanni Corona, che era sta­to consulente di Pansa quando era commissario per i rifiuti - il timo­re forte è che tutto finisca in archi­vio come avvenuto per gli altri fa­scicoli trasmessi negli ultimi mesi.

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