Bertolaso attacca la Procura «Intimoriti i miei collaboratori»
29 maggio 2009 - Dario Del Porto
Fonte: Repubblica Napoli
«I miei funzionari, il mio vicario, l´avvocato dello Stato Figliolia, i generali, i prefetti, gli avvocati dello Stato, i dirigenti, in questi giorni sono stati sottoposti a tutta una serie di interrogatori per quanto riguarda il funzionamento del termovalorizzatore».
Sta parlando ai cronisti già da oltre mezz´ora, il sottosegretario Guido Bertolaso, quando per la prima volta in dodici mesi affronta pubblicamente il nodo delle inchieste sulla gestione della crisi rifiuti che lo vedono coinvolto anche in prima persona, nel filone stralciato dal procuratore Giandomenico Lepore con una scelta che ha determinato uno strappo profondo fra il capo dei pm e i sostituti Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo.
Bertolaso muove severi rilievi agli accertamenti condotti dalla Procura sull´impianto di Acerra. E usa argomenti che spingeranno Lepore a una replica in difesa dell´operato dell´ufficio inquirente. «Comprendiamo e apprezziamo l´attenzione che viene dedicata al nostro lavoro - premette Bertolaso - è tutto assolutamente legittimo». Però aggiunge di nutrire «il timore che questi continui interrogatori possano intimidire qualcuno, che qualcuno si possa preoccupare, spaventare, possa pertanto non dico lasciarci ma allentare l´attenzione e l´impegno e la passione con la quale si sta dedicando a questo lavoro». Quindi lancia una serie di stoccate. Con la prima affronta un tema già sollevato dalla difesa di Fibe in un esposto sul quale il pg Vincenzo Galgano ha chiesto notizie: «Spero che queste attività si stiano portando avanti nel rispetto della legge», che attribuisce al procuratore di Napoli la titolarità delle indagini sui rifiuti. La seconda riguarda il caso di «rappresentanti della polizia giudiziaria che chiedono documenti, non sempre accompagnati dalle procedure d´uso». Con la terza Bertolaso confessa «l´imbarazzo quando un rappresentante della polizia giudiziaria interroga un generale a due o tre stelle magari trattandolo come persona che abbia commesso qualche errore». Nella quarta ipotizza «domande finalizzate ad ottenere risposte che si possono trovare sul nostro sito, si leggono benissimo in tutti i documenti, regolamenti, ordinanze che sono pubblici» e che sembrano formulate «più per dare la sensazione che qualcuno è sotto controllo, piuttosto che per avere informazioni».
Bertolaso ricorda con orgoglio di aver lavorato con premier di entrambi gli schieramenti e di aver dovuto affrontare in Campania una «situazione eccezionale. Siamo sereni e tranquilli - ribadisce - siamo sempre a disposizione per fornire informazioni e documentazione. Non abbiamo nulla da nascondere né agende segrete. Rispondiamo solo allo Stato». E sull´indagine avviata nei suoi confronti, afferma: «Sono come Venezia, Serenissimo, ho fatto esclusivamente il mio dovere. Sono un medico, se vedo un moribondo non aspetto l´ambulanza. Lo carico a bordo, se passo con il rosso o supero il limite di velocità, pazienza. Pagherò la multa». Gli accertamenti della Procura riguardano in parte un´attività "integrativa" del processo dove è imputato anche il governatore Bassolino, in parte un altro capitolo d´indagine. E Lepore, in una nota di sei righe, scrive: «Tutti gli atti d´indagine svolti dai diversi pm risultano compiuti nel pieno rispetto delle norme processuali. Quest´ufficio, nell´espletamento delle sue funzioni, continuerà ad accertare le eventuali violazioni di legge costituenti reato nel rispetto delle norme vigenti. Non risultano - conclude Lepore - interrogatori di generali: qualcuno è stato sentito solo a sommarie informazioni e non come indagato».
Bertolaso muove severi rilievi agli accertamenti condotti dalla Procura sull´impianto di Acerra. E usa argomenti che spingeranno Lepore a una replica in difesa dell´operato dell´ufficio inquirente. «Comprendiamo e apprezziamo l´attenzione che viene dedicata al nostro lavoro - premette Bertolaso - è tutto assolutamente legittimo». Però aggiunge di nutrire «il timore che questi continui interrogatori possano intimidire qualcuno, che qualcuno si possa preoccupare, spaventare, possa pertanto non dico lasciarci ma allentare l´attenzione e l´impegno e la passione con la quale si sta dedicando a questo lavoro». Quindi lancia una serie di stoccate. Con la prima affronta un tema già sollevato dalla difesa di Fibe in un esposto sul quale il pg Vincenzo Galgano ha chiesto notizie: «Spero che queste attività si stiano portando avanti nel rispetto della legge», che attribuisce al procuratore di Napoli la titolarità delle indagini sui rifiuti. La seconda riguarda il caso di «rappresentanti della polizia giudiziaria che chiedono documenti, non sempre accompagnati dalle procedure d´uso». Con la terza Bertolaso confessa «l´imbarazzo quando un rappresentante della polizia giudiziaria interroga un generale a due o tre stelle magari trattandolo come persona che abbia commesso qualche errore». Nella quarta ipotizza «domande finalizzate ad ottenere risposte che si possono trovare sul nostro sito, si leggono benissimo in tutti i documenti, regolamenti, ordinanze che sono pubblici» e che sembrano formulate «più per dare la sensazione che qualcuno è sotto controllo, piuttosto che per avere informazioni».
Bertolaso ricorda con orgoglio di aver lavorato con premier di entrambi gli schieramenti e di aver dovuto affrontare in Campania una «situazione eccezionale. Siamo sereni e tranquilli - ribadisce - siamo sempre a disposizione per fornire informazioni e documentazione. Non abbiamo nulla da nascondere né agende segrete. Rispondiamo solo allo Stato». E sull´indagine avviata nei suoi confronti, afferma: «Sono come Venezia, Serenissimo, ho fatto esclusivamente il mio dovere. Sono un medico, se vedo un moribondo non aspetto l´ambulanza. Lo carico a bordo, se passo con il rosso o supero il limite di velocità, pazienza. Pagherò la multa». Gli accertamenti della Procura riguardano in parte un´attività "integrativa" del processo dove è imputato anche il governatore Bassolino, in parte un altro capitolo d´indagine. E Lepore, in una nota di sei righe, scrive: «Tutti gli atti d´indagine svolti dai diversi pm risultano compiuti nel pieno rispetto delle norme processuali. Quest´ufficio, nell´espletamento delle sue funzioni, continuerà ad accertare le eventuali violazioni di legge costituenti reato nel rispetto delle norme vigenti. Non risultano - conclude Lepore - interrogatori di generali: qualcuno è stato sentito solo a sommarie informazioni e non come indagato».