Finora le acque di scarico provenienti da 30 Comuni erano sversate in mare senza essere trattate

Il vecchio depuratore torna a funzionare

Villa Literno, la Regione sostituisce gli impianti
23 maggio 2009 - Tina Cioffo
Fonte: Il Mattino Caserta

Impianto di depurazione della Foce Regi Lagni a Villa Literno, la Regione dà il via ai lavori per installare quattro nuove coclee. L'obiettivo è abbattere l'inquinamento delle acque. Per Walter Ganapini, assessore regionale delegato all'ambiente «è una sfida tra le più difficili che dobbiamo affrontare e vincere con il contributo di tutti». Per l'impianto liternese realizzato 36 anni fa, quale soluzione ottimale per la decontaminazione delle acque e per l'irrigazione dei campi, e oggi ridotto ad una vera e propria discarica di fanghi che attendono di essere smaltiti, i primi problemi cominciano nell'aprile del 2007. Con il guasto alle coclee del sollevamento primario, una sorta di spirale che serve a pre-filtrare le acque nere, i liquidi reflui provenienti dal collettore "Alto" venivano deviati direttamente nei Regi Lagni, tramite la stazione di testata presente a Villa Literno, senza alcun trattamento di depurazione preventivo. I rischi furono altissimi. L'ex sindaco di Villa Literno Enrico Fabozzi chiese un'apposita conferenza dei servizi e scrisse a tutti gli organi competenti. La sua missiva era indirizzata al Commissariato di Governo per le Emergenze e la Bonifica in Campania, al responsabile del Settore Ciclo Integrato delle Acque della Regione, alla Protezione Civile, all'Uopac di Casal di Principe e ai responsabili sindacali dell'impianto di depurazione. Dopo le lamentele la Hydrogest, società che gestiva l'impianto di depurazione si attivò per la «deodorantizzazione». Tecnicamente, lo scolmatore di via Santa Maria a Cubito e le aree ad esso circostante furono irrorate con particolari enzimi utili ad abbattere la puzza. La società avrebbe dovuto curare la manutenzione oltre che la ristrutturazione di impianti obsoleti e avrebbe dovuto ricevere in cambio le quote per la depurazione che i cittadini pagano in bolletta, ma poco e male è stato fatto. Si disse che per aggiustare le coclee rotte sarebbero stati necessari solo una ventina di giorni. Una prima soluzione tampone per l'impianto che serve 30 comuni del territorio a nord di Napoli e del basso casertano, arrivò però solo dopo tre mesi e con il montaggio di pompe di sollevamento. Per acquistare nuove coclee con una spesa di circa 100mila euro l'attesa sarebbe stata di 8 mesi. Sono trascorsi due anni. Ed intanto con il riversamento di liquami e colibatteri direttamente in mare, Legambiente con il presidente Michele Buonomo ha continuato ad assegnare alle coste del litorale Domitio, la maglia nera della balneabilità. Una bocciatura che l'Arpac ha confermato anche per il 2008, imponendo il divieto di balneazione per ben 32 chilometri, in tutto sono 41. Quest'anno forse sarà diverso. Le quattro coclee di nuova generazione, alimentando l'impianto con oltre 6 mila litri al secondo di acque nere, a mare faranno arrivare solo acque depurate. Secondo l'ente regionale il depuratore sarà a pieno regime prima dell'estate.

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