Rifiuti, oggi Bertolaso torna a Napoli. In provincia il caso dei siti mai svuotati.

Inceneritore, le ditte: lavoreremo al 10%

Acerra protesta per i mancati pagamenti. L'Arpac: polveri sottili oltre la soglia
28 maggio 2009 - Fabrizio Geremicca
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

Quaranta operai a non far nulla, in un can tiere semiparalizzato. È lo scenario che si presenterà - salvo accordi in extremis tra Bertolaso e gli imprenditori - lunedì prossimo nel cantiere del termovalorizzatore di Acerra. «Ogni impresa, dall'inizio della prossima settimana, impegnerà non più del 15% dell'organico», annuncia Alfonso Petrillo, l'ex presidente del gruppo piccole industrie dell'Unione industriali di Napoli.
Una quarantina di persone, appunto, su complessive 300. A quel punto, il completamento del termovalorizzatore e l'entrata a regime dello stesso subirà notevoli ritardi. Prosegue, dunque, il braccio di ferro tra il sottosegretario Guido Bertolaso e le aziende, una ventina, impegnate nel cantiere.
Lamentano di non essere pagate da sei mesi. Ieri gli imprenditori avrebbero voluto incontrare di nuovo l'avvocato Ettore Figliolia, il capo della segreteria tecnica di Bertolaso. Si sono recati di buonora ad Acerra, ma invece che dal funzionario sono stati ricevuti dagli uomini della Fi ia, la società del gruppo Impregilo.
Questi ultimi non hanno potuto garantire loro alcunché, perché le fatture delle imprese, intestate alla Fisia, sono poi girate al Commissariato, che dovrebbe pagare entro venti giorni.
«Siamo stati trattati davvero male -, lamenta Petrillo. - Figliolia non si è fatto trovare e non c'era nessuno col quale discutere. A questo punto andiamo avanti con la protesta». Oggi gli imprenditori scriveranno infatti un documento col quale comunicano a Bertolaso che non sono più in condizione di andare avanti e che, dall'inizio della setti mana prossima, bloccheranno di fatto il cantiere.
«Il nodo della questione - riferisce Carmine Russo, della Italiana Costruzioni - parrebbe essere quello dei documenti di regolarità contributiva. Figliolia ha sostenuto, nell'ultimo incontro, che le azien­de avrebbero dovuto produrne uno specifico per il cantiere di Acerra. Poniamo anche sia così, dico io. Almeno anticipino una parte di quello che è dovuto, dal momento che la regolarità dei versamenti effettuati ai lavoratori non è in discussione, essendo stata certificata dal l'Inps e dall'Inail».
Complessivamente, le aziende al lavoro ad Acerra, subappaltatrici della Fisia, vantano circa 10 milioni di euro di crediti. Altrettanti soldi reclamano altre imprese che, però, hanno lasciato il cantiere perché hanno concluso già i lavori di loro competenza. «Sono crediti non bancabili - incalza Russo - il che significa che non possiamo neppure chiedere agli istituti di credito di anticipare i soldi. C'è chi minaccia di licenziare gli operai e chi, di questo passo, avrà difficoltà a pagare gli stipendi di maggio ».
Mentre gli imprenditori scendono sul sentiero di guerra e minacciano il blocco dei lavori, i dati di rilevamento della qualità dell'aria raccolti dalle centraline dell'Arpac sono allarmanti, ma soprattutto sembrerebbero smentire le dichiarazioni del presidente del consiglio Berlusconi. «L'inceneritore - aveva detto il premier un paio di mesi fa - inquinerà come tre auto». Da quando sono state attivate, fi­ne marzo, le centraline segnalano invece - come scriveva ie ri Il Sole 24 ore Sud - una realtà ben più preoccupante. In due mesi si registrano già 17 sforamenti dei valori massimi di polveri sottili. Con questa media, in un anno sarebbero 102, più del doppio della soglia massima (50) prevista dalla normativa vigente. Si tratta, come detto, di dati dell'Agenzia regionale per la tutela dell'ambiente in Campania, quindi ufficiali.
Le stazioni di rilevamento sono 3: due ad Acerra (nella zona industriale e in piazza Falcone e Borsellino); una a San Felice a Cancello. Sono comprese tutte entro il raggio di 5 chilometri dall'im­pianto. Dati, quelli raccolti dall'Arpac, che parrebbero confermare le preoccupazioni dei cittadini e degli ambientalisti i quali si sono invano opposti alla realiz azione dell'impianto. «Se questi sono i risultati della fase del rodaggio», commentavano ieri alcuni attivisti, «figurarsi quel che accadrà quando l'inceneritore brucerà davvero l'immondizia». Oggi i medici per l'ambiente hanno convocato una confe­renza stampa, proprio per ribadire le proprie preoccupazioni. Mentre il candidato comunista alla presidenza della Provincia di Napoli, Tommaso Sodano, annuncia una nuova azione giudiziaria sul ter­movalorizzatore di Acerra. È quanto si legge in una nota di Sodano che sta «predisponendo una serie di documentazioni che, nei prossimi giorni, saranno presentate alla Procura della Repubblica». Dal Commissariato, invece, valutazioni opposte e rassicurazioni. «I risultati delle centraline», dicono i collaboratori del sottosegretario Guido Bertolaso, «non dipendono necessariamente dalle emissioni del termovalorizzatore. Altre fonti di inquinamento, in primis il traffico automobilistico, potrebbero essere state de terminanti». Invitano, dunque, ad aspettare che siano installate e funzionanti le tre centraline che saranno collocate in prossimità di ciascuno dei camini. «Solo quegli strumenti - sostengono, - permetteranno di valutare puntualmente il livello di emissioni dell'inceneritore». Parole, però, che non rassicurano Nunzia Lombardi, del comitato ambienta lista locale: «Non si capisce a questo punto quale sia l'utilità delle apparecchiature già installate, anche perché all'epoca si disse che avrebbero monitorato proprio le emissioni dell'inceneritore».
Intanto il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, terrà oggi una conferenza stampa a Napoli ad un anno dall'approvazione del decreto legge sull'emergenza rifiuti. Questa volta le domande saranno tante, sullo sfondo il timore di veder ritornare i giorni dell'emergenza.

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