Scandalo dei rifiuti, resa dei conti in Procura
La nuova «monnezzopoli» giudiziaria si annuncia fragorosa.
Come se non bastassero le raffiche di arresti, di rinvii a giudizio, di imputati e di indagati eccellenti - dal governatore Antonio Bassolino alla (ex) vice di Guido Bertolaso, Marta Di Gennaro, dallo stesso Bertolaso al prefetto Pansa - dei primi filoni d`inchiesta sullo scandalo dei rifiuti in Campania.
Tanto fragorosa che in molti scommettono che arriverà a Roma.
Dunque, in queste ore uno stralcio dell`inchiesta madre «15940/03» ha conosciuto una improvvisa accelerazione.
Tra mercoledì e giovedì, gli uomini della Finanza sono andati prima al Commissariato straordinario per l`emergenza rifiuti e poi alla sede della «Fibe-Impregilo» di Acerra a recuperare una copiosa documentazione (non tutta è stata acquisita). Tra gli atti portati via, anche i lavori della commissione di collaudo dell`ince- neritore di Acerra (che sta già iniziando a bruciare 600 tonnellate di rifiuti al giorno), oltre a una serie di vecchie ordinanze della Protezione Civile e del Commissariato straordinario per l`emergenza rifiuti (a partire dal 2000 fino al 2008). Poi, venerdì è stato sentito direttamente dai due pm di «monnezzopoli», Paolo Sirleo e Giuseppe Noviello, il responsabile dell`impianto di Acerra, Michele Mirelli.
Dunque, anche se ufficiosamente viene smentita un`attività di indagine specifica sull`inceneritore di Acerra che è appena entrato in funzione (il decreto Berlusconi stabilisce che le indagini sulla materia dei rifiuti sono delegate soltanto al procuratore capo, Giandomenico Lepore), le indiscrezioni indicano nelle «autorizzazioni», nelle «consulenze», nelle «commissioni di collaudo» della funzionalità dei vecchi Cdr (gli impianti di combustibile da rifiuti) l`oggetto della nuova «monnezzopoli» che sarà.
Già nelle settimane scorse era trapelato che sotto inchiesta per falso erano finiti i com- ponenti - una ventina - delle sette commissioni di collaudo degli ex impianti di Cdr che oggi «triturano e impacchettano i rifiuti». Se si trattasse solo di questo, però, non si spiegherebbe perché venerdì è stato sentito il responsabile dell`impianto dei termovalorizzatore di Acerra e neppure perché sono stati acquisiti i lavori della commissione di collaudo dell`impianto della discordia (i suoi componenti potrebbero essere sentiti nelle prossime ore).
Ma Monnezzopoli ha un risvolto anche interno agli uffici della Procura di Napoli. Proprio ieri, 64 degli 86 sostituti procuratori consultati, hanno sottoscritto una richiesta di assemblea al Procuratore Giandomenico Lepore (che si è riservato di accoglierla o respingerla).
All`ordine del giorno, le indagini «stralcio» revocate dal procuratore Lepore ai pm Sirleo e Noviello che riguardano, tra gli altri, il commissario (oggi anche sottosegretario) Guido Bertolaso e il prefetto di Napoli, Alessandro Pansa. Il Csm se ne è occupato rilevando che il provvedimento di revoca non era motivato.
Oggi il capo della Protezione civile riferirà in Parlamento sui caso Acerra In una successiva dichiarazione, poi, il procuratore aggiunto Aldo De Chiara, coordinatore della sezione reati contro la pubblica amministrazione, la stessa dei due pin Sirleo e Noviello, ha affermato che la decisione dello stralcio nasceva per non condizionare l`azione del governo impegnato a gestire l`emergenza rifiuti.
Oggi, in Parlamento, Guido Bertolaso risponderà sull`inceneritore di Acerra. L`iniziativa della Finanza è un campanello d`allarme. AI commissariato straordinario per l`emergenza rifiuti si respira un`aria pesante. L`incubo è che se mai si dovesse bloccare, per iniziativa giudiziaria, l`inceneritore di Acerra, l`emergenzà rifiuti potrebbe tornare al punto di partenza.