Acerra: inceneritore già fuori norma
In due mesi di attività si sono già registrate nove giornate in cui le emissioni di polveri sottili dal termovalorizzatore di Acerra hanno sforato il tetto consentito. Nove giornate rispetto alle 35 massime consentite e sopportabili in un anno intero. A certificarlo è l'Arpac Campania. Sul sito dell'agenzia, i report dettagliatissimi del monitoraggio delle emissioni dell'impianto. Le misurazioni effettuate dall'Arpac e pubblicate online registravano la presenza nell'aria di polveri inquinanti (Pm10) per una media giornaliera di 76,3 micron per metro cubo, ben più alta del valore consentito di 50 micron. Inoltre, secondo i dati forniti dall'Osservatorio costituito proprio per monitorare le performance dell'impianto di Acerra inaugurato a fine marzo, la fuoriuscita del monossido di carbonio e di alcuni tipi di idrocarburi, pur nella norma, raggiunge il limite massimo autorizzato.
«Anche se le nostre centraline sono in fase di taratura – spiega Luciano Capobianco, direttore generale dell'Arpac – riteniamo che la concentrazione di queste sostanze sia senza dubbio eccessiva, tanto da richiedere una particolare attenzione e un potenziamento dei controlli».
L'Osservatorio di Acerra non fornisce dati sulle emissioni di Pm10 nella tabella visibile online. Ammette, però, concentrazioni medie giornaliere di monossido di carbonio e di idrocarburi policiclici aromatici che raggiungono il tetto massimo di 50 mg per metro cubo consentito dalla direttiva 2000/76 della Ue in materia di incenerimento dei rifiuti. «Si tratta di misurazioni effettuate in fase di collaudo – precisa Vincenzo Coccolo, presidente dell'Osservatorio ambientale – ma appena il termovalorizzatore sarà pienamente funzionante entreremo nel merito anche dei controlli eseguiti dall'Arpac».