Ecoballe, da indagati a testimoni
Da indagati a potenziali testimoni. Da indagati in un fascicolo stralcio a «indagati in un procedimento connesso». È questa la conseguenza dell’ultima mossa dei pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, nel corso del processo alla gestione commissariale delle cosiddette ecoballe di Cdr. Ufficialmente, l’appuntamento è per martedì prossimo dinanzi alla quinta sezione penale, collegio B, per la prima udienza di un processo finito al centro di uno strappo istituzionale tra il procuratore Giovandomenico Lepore e i due pm delle inchieste antirifiuti: delegati a rappresentare in aula la pubblica accusa contro lo stato maggiore di Protezione civile e Impregilo, i pm Noviello e Sirleo hanno deciso di inserire nella lista testi della Procura anche i nomi degli indagati «stralciati» lo scorso luglio dal procuratore Lepore. A leggere la lista dei testimoni, i due pm hanno infatti citato come potenziali testi d’accusa (in quanto «indagati di procedimento connesso») anche gli ex commissari Corrado Catenacci, Guido Bertolaso e Alessandro Pansa, oltre al nome del pm napoletano Giovanni Corona, solo di recente finito nell’inchiesta sulle ecoballe. Raggiunti dall’avviso di conclusione indagini lo scorso luglio, dunque, i tre prefetti e gli altri cinque indagati potrebbero essere sentiti come testimoni nel processo che sta per prendere le mosse dinanzi alla quinta sezione penale. Una mossa che però dovrà fare i conti con uno scenario ancora tutto da definire, su cui non sono pochi i punti interrogativi. Non è infatti scontato che il processo prenda il via martedì prossimo e non è detto che l’istruttoria possa essere definita dinanzi alla sezione del Tribunale di Napoli. Il processo potrebbe infatti essere trasferito a Roma, per poi essere condotto dall’ufficio inquirente titolare delle indagini che vedono coinvolti magistrati napoletani. Il rientro di Corona - deciso all’unanimità dal Csm dopo una consulenza offerta al ministero delle Infrastrutture - potrebbe infatti determinare in automatico il trasferimento degli atti da Napoli a Roma. Com’è noto, infatti, l’ex magistrato della faida di Scampia è indagato per un’ipotesi di abuso d’ufficio nella stessa vicenda che ha visto coinvolti il prefetto Pansa e l’ex amministratore delegato di Fibe Massimo Malvagna. Stando all’accusa, ci sarebbe stato un accordo illecito tra commissariato e Fibe, che avrebbe potuto favorire potenzialmente la ex impresa appaltatrice a discapito degli interessi pubblici. Una vicenda che vede intrecciate le posizioni di Pansa (stralciato lo scorso luglio), di Malvagna (rinviato a giudizio lo scorso gennaio) e di Corona, che in qualità di ex consulente giuridico del commissariato Pansa entra nell’inchiesta solo all’inizio del 2009. Cosa accadrà con il ritorno in ruolo di Corona? Quali atti verranno trasferiti a Roma? È possibile pensare che solo la posizione del pm napoletano venga trasferita all’attenzione delle toghe capitoline? Domande che troveranno risposta nei prossimi giorni, in una vicenda che procede parallelamente alla gestione del procedimento stralcio, affidata in codelega al pm Maurizio De Marco dallo stesso procuratore Lepore. Un’inchiesta quest’ultima, per la quale sono stati ascoltati anche gli indagati stralciati, che hanno fornito al pm De Marco approfondimenti in chiave difensiva della gestione del cdr nel processo conosciuto come «rompiballe».